Myanmar: sì ai PC, no ad internet

Myanmar: sì ai PC, no ad internet

Crescono vertiginosamente le vendite di personal computer nel paese. Ma il futuro dello sviluppo economico è messo a rischio dalla censura totale di internet. Carcere per chi ha modem non autorizzati
Crescono vertiginosamente le vendite di personal computer nel paese. Ma il futuro dello sviluppo economico è messo a rischio dalla censura totale di internet. Carcere per chi ha modem non autorizzati


Rangon (Myanmar) – La posta elettronica era esplosa con grande rapidità, perché l’arrivo dei primi provider di soli servizi di email si sperava fosse un primo passo verso l’apertura ad internet. Invece il regime di Myanmar, paese asiatico stretto tra India e Thailandia, dopo aver chiuso i provider di servizi email, ha aperto un proprio “nodo” a cui possono accedere ad oggi circa 600 persone, tra stranieri, diplomatici e funzionari governativi. Per i privati, email e internet sono solo una chimera…

Il problema principale per il regime del paese è quello di bloccare l’attività dell’opposizione che, dall’estero, contesta su diversi siti la politica del governo. E l’aumento esponenziale di computer, soprattutto tra le fasce giovani della società, porta in superficie in modo sempre più macroscopico l’assenza di internet. In un paese con 48 milioni di abitanti, la Myanmar Computer Federation ritiene vi siano circa 50mila computer.

Va detto che sono molti i governi asiatici che hanno scelto forme di censura della rete, ma quella di Rangon è una posizione di chiusura totale con, fortunatamente, pochi emuli. Una posizione che prevede il carcere da 7 a 15 anni per chi possiede un modem senza autorizzazione.

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Pubblicato il
27 apr 2000
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