Myka, BitTorrent da salotto tra dubbi (molti ) e speranze (poche)

Myka, BitTorrent da salotto tra dubbi (molti ) e speranze (poche)

Un pericoloso concorrente di Apple TV e compagni? Forse. Per ora sul dispositivo che dovrebbe liberare BitTorrent dalla schiavitù del PC regna l'incertezza. E promesse, tante promesse
Un pericoloso concorrente di Apple TV e compagni? Forse. Per ora sul dispositivo che dovrebbe liberare BitTorrent dalla schiavitù del PC regna l'incertezza. E promesse, tante promesse

Annunciato nel marzo scorso con fanfare e squilli di tromba dalla stampa specializzata di mezzo mondo, dopo uno iato di sei mesi rispetto ai piani iniziali Myka starebbe finalmente per approdare sul mercato e nelle case di chi lo ha preordinato già da tempo. Obiettivo dichiarato del nuovo fenomeno dei set-top box televisivi sarebbe quello di “liberare” il peer-to-peer dalla dipendenza dagli apparati informatici, fornendo parimenti al mercato una valida alternativa al modello di business portato avanti da gli altri produttori di apparecchi simili.

Questo almeno in teoria perché in pratica, nonostante ora si diffonda la notizia dell’ avvio della produzione di massa dei box Myka nelle fabbriche cinesi, del box di P2P televisivo ancora non si è vista l’ombra e i preordini cominceranno a essere evasi da qui a 6 settimane.

Disponibile nei tagli da 80, 160 e 500 Gigabyte, Myka integra un sistema operativo embedded basato su Linux e ospitato su una memoria flash da 16 Megabyte, è in grado di fungere da HUB per i download attraverso la connessione LAN o Wi-Fi ma soprattutto di effettuare direttamente lo streaming dei contenuti (H.264, WMV, MPEG-2/4, DivX) sulla TV nei formati 4:3 e 16:9 e anche in alta risoluzione (“HD Ready” a 1080i).

Al non modico prezzo di 299, 349 o 459 dollari, gli aficionado dei download dovrebbero aver finalmente trovato il set-top box ideale, questo almeno se non sussistessero forti dubbi sulla reale consistenza dell’offerta di Myka.tv che, a parere di TorrentFreak , sembra più una truffa ideata ad arte piuttosto che un vero e proprio business pro-P2P dal futuro radioso.

L’esperienza del portale di rete meglio informato sui fatti del mondo della condivisione, infatti, descrive una società sfuggente e difficile da contattare, che protegge le informazioni di registrazione del dominio myka.tv e che soprattutto chiede la distribuzione di banner pubblicitari senza poi corrispondere il pagamento dovuto al sito che li ospita per oltre un mese.

Il gran capo di Myka Dan Lovy, scrive ancora TorrentFreak, si rivela restio a rispondere alle richieste di spiegazioni (tutte inviate rigorosamente via e-mail per mancanza di ulteriori possibili contatti) tranne quando promette infine di pagare per la campagna di advertising dopo aver ricevuto una tornata di fondi necessari all’avvio del business di Myka. Da maggio a oggi, però, anche questa promessa è rimasta tale non facendo seguire i fatti alle supposte intenzioni.

Insomma questo Myka che roba è? Una truffa elaborata o l’alternativa da molti attesa per trasferire BitTorrent in salotto sul televisore LCD in alta definizione? Per ora Lovy si limita a pubblicare un messaggio sibillino sulla homepage del progetto, sostenendo che la notizia sulla distribuzione del box sia stata data in pasto al web “un po’ presto” rispetto a quanto preventivato ma continuando a promettere novità entro breve.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
20 gen 2009
Link copiato negli appunti