Tra le più recenti funzionalità introdotte da Apple per i suoi dispositivi, iPhone compresi, c’è quella battezzata NameDrop. Integrata in iOS 17 e in watchOS 10, permette di condividere rapidamente le informazioni di contatto (o un’immagine) con un iPhone o un Apple Watch nelle vicinanze. È balzata questa settimana agli onori delle cronache, per alcuni report provenienti da oltreoceano che citano potenziali rischi per la privacy. Cosa c’è di vero?
Apple ha attivato NameDrop: è un rischio?
A lanciare l’allarme, da più parti ritenuto eccessivo, sono stati numerosi media online e diversi dipartimenti delle forze dell’ordine, come quelli di Pennsylvania, Ohio e Oklahoma. Nell’esempio qui sotto, quanto condiviso su Facebook dal City of Chester Police Department. In particolare, l’appello è rivolto ai genitori, perché intervengano disattivandola sugli smartphone dei loro figli.
Il filmato qui sotto, pubblicato dalla mela morsicata su uno dei suoi canali YouTube, ne mostra il funzionamento. Altre informazioni sono consultabili sulle pagine del supporto ufficiale.
Tra coloro che reputano NameDrop una funzionalità sicura, come citato dal Washington Post, c’è anche Chester Wisniewski, esperto di Sophos, che ha definito isterici
e senza senso
gli avvisi diramati.
Va specificato che la tecnologia entra in azione quando sul dispositivo sono attivati i moduli Wi-Fi e Bluetooth, coprendo una distanza di pochi centimetri. Per certi versi, è parente stretta di quella già vista in azione con AirDrop, che arriva però a una decina di metri.
Chi, nonostante le rassicurazioni, desidera comunque disattivarla, lo può fare semplicemente recandosi tra le impostazioni. Apple, infatti, l’ha attivata di default. La scelta di abilitarla in automatico, quella sì, potrebbe essere ritenuta discutibile. Tra le potenziali migliorie da apportare con i futuri aggiornamenti, anche la possibilità di scegliere se ricevere solo le informazioni di contatto oppure anche i contenuti multimediali. Così facendo, l’utente si metterebbe automaticamente al riparo da abusi, in primis dalla comparsa di foto indesiderate.