Entro i prossimi mesi assisteremo a un crescendo di proclami, promesse e immaginiamo reciproche accuse dai protagonisti della campagna che culminerà in autunno con la tornata elettorale per le Presidenziali USA 2020. Nel fuoco incrociato di democratici e repubblicani, chiamato al doppio ruolo di mezzo d’informazione e strumento pubblicitario, ci sarà Facebook.
L’attacco di Nancy Pelosi a Facebook
Oggi il social network è oggetto di un intervento da parte di Nancy Pelosi. La speaker della Camera dei Rappresentanti, lo ricordiamo, è stata di recente presa di mira dal fenomeno deepfake con la pubblicazione di un video alterato ad hoc, rallentato in modo da farla sembrare come sotto l’effetto di alcol o stupefacenti. Un contenuto ben presto diventato virale. Interrogata sull’argomento, non si è certo tirata indietro. Una parte della conferenza è visibile nel post allegato qui sotto, mentre di seguito ne riportiamo in forma tradotta un estratto.
Tutto ciò che vogliono è un taglio delle tasse e nessuna azione antitrust nei loro confronti, mentre fanno affari con questa amministrazione. Hanno intenzione di essere complici nell’ingannare il popolo americano.
Pelosi criticizes Facebook, which has an office in her district: "All they want are their tax cuts and no antitrust action against them and they schmooze this administration in that regard…They intend to be accomplices for misleading the American people" https://t.co/7DMcsOnniz pic.twitter.com/P6dI9a1LEl
— CBS News (@CBSNews) January 16, 2020
Considerando anche quanto accaduto quattro anni fa con le elezioni che portarono Donald Trump alla Casa Bianca (il riferimento è alla vicenda Cambridge Analytica e alle influenze dall’estero sul processo democratico) non è difficile immaginare quanto l’attenzione della politica e delle autorità d’oltreoceano saranno focalizzate sul gruppo di Mark Zuckerberg. L’opinione della Pelosi in merito è netta e non lascia spazio a interpretazioni.
… il modello di business di Facebook punta rigorosamente al guadagno. Non gli importa dell’impatto sui bambini, non gli importa della verità, non gli importa da dove arriva tutto questo.
Ricordiamo che la piattaforma, a differenza di quanto fatto ad esempio da Twitter, ha scelto di non mettere al bando l’advertising politico nel nome della libertà d’espressione.