Per la prima volta dei ricercatori hanno scoperto la presenza di piccoli particelle di plastica nelle regioni polari della Terra, ovvero il Polo Nord e il Polo Sud. Le microplastiche sono molto dannose, ne abbiamo già parlato, ma qui si tratterebbe di nanoplastiche, particelle ancora più piccole e più tossiche.
Invisibili all’occhio umano, non possono essere scoperte con i classici metodi usati per le microplastiche, ma uno studio sembrerebbe aver preso a cuore il problema. Il team di ricerca ha analizzato campioni dalle terre più remote come la Groenlandia e l’Antartide, e hanno visto 6 differenti tipi di nanoparticelle nella prima zona e 3 nella seconda.
Le nanoplastiche scoperte al Polo Nord e Sud sono più pericolose e tossiche delle microplastiche
Il più diffuso è il polietilene, conquistando quasi il 50% del materiale totale ritrovato, ma all’interno delle specifiche ci sono anche altri materiali dannosi. Dusan Materic, capo del progetto, ha detto:
Le nanoplastiche sono un problema d’inquinamento più grande di quello che pensavamo. Non si tratta di un problema nuovo, visto che avviene fin dal 1960. Di conseguenza, organismi in quella regione e in tutto il mondo sono stati esposti per tempo a questo inquinamento.
Dagli studi figura che le nanoparticelle di plastica si sono mosse con vento e acqua, grazie anche al trasporto marino e all’utilizzo del ghiaccio di quelle zone. Riassumendo, in Groenlandia sono arrivate tramite aria, mentre per arrivare nell’Antartide hanno percorso rotte marine.
La plastica è uno degli elementi fondamentali per l’inquinamento terrestre, e quando si parla di nanoparticelle entra in gioco anche il pericolo ingestione, visto che potremmo averne assimilate molte quantità senza accorgercene.
Messe in paragone con le microplastiche, le nanoplastiche risultano essere anche più tossiche per l’uomo e per gli organismi marini, diventando un problema ben più urgente da risolvere per evitare eventuali rischi per la Terra e per la popolazione mondiale.