Napster: vittime e carnefici

Napster: vittime e carnefici

Le vittime di una situazione esasperata dall'inconcludenza delle case discografiche e da un mercato rigido alla fine sono proprio Napster e, soprattutto, la Musica on e off line
Le vittime di una situazione esasperata dall'inconcludenza delle case discografiche e da un mercato rigido alla fine sono proprio Napster e, soprattutto, la Musica on e off line


Web – Da quando il sistema di scambio di files chiamato Napster ha fatto capolino sulle scrivanie di mezzo mondo, ha letteralmente rivoluzionato il modo di cercare musica in rete, rendendo il download di files mp3 un’operazione “a prova di pigrizia”.

Tutto questo però succedeva e succede in barba a chi dovrebbe vantare giuridicamente e commercialmente i diritti sulla musica che viene distribuita : artisti e case discografiche.

Il danno per l’industria musicale è innegabile, tanto quanto la violazione della legge sul diritto d’autore. E questo nonostante gli amministratori abbiano creduto di tutelarsi, dichiarando, nella schermata di login che saluta l’ingresso dell’utente nel sistema, che “compliance with copyright laws remains your responsability”. Affermazione questa che non può valere a manlevare i suddetti da responsabilità derivanti da norme imperative di legge (italiana o straniera che essa sia), senza che su queste possa influire alcuna delle clausole che costituiscono il contratto di licenza (gratuita) del software in questione.

Quello che si vuole sottolineare in questa sede non è però l’aspetto tecnico-giuridico della vicenda, ma alcune considerazioni di opportunità:

– Le case discografiche hanno un bel dire che la pirateria danneggia loro e gli autori. E ‘ proprio la prassi, ormai da tempo invalsa, di produrre albums contenenti 2 o 3 titoli destinati a fare veramente colpo sugli appassionati, mentre i restanti 9-10 pezzi, a cui non può attribuirsi altro che l’appellativo di riempi-spazio, sono solo dei miseri tentativi di tener fede ad un proprio stile (più o meno collaudato), a indurre i consumatori a trattare i cd musicali alla stregua di oggetti di lusso (e a comprarne sempre meno!). Senza dubbio esistono le eccezioni, ma la regola è comunque ben visibile a tutti!

– L’idea che sta alla base del sistema di scambio dei files ha una portata dirompente nel campo della distribuzione della musica e, indipendentemente dalla sorte che toccherà in futuro a Napster, questa dovrebbe essere mantenuta in qualche forma!

In primo luogo potrebbe servire a promuovere i gruppi emergenti, i quali troverebbero in questo strumento un valido mezzo per scavalcare il controllo che le case discografiche esercitano su un mercato della musica troppo uniformato a standard di gradimento e di conseguenza appiattito verso il basso.

In secondo luogo potrebbe rilanciare quella musica lontana nel tempo, per la quale non si richiede più il rispetto di un copyright (o lo si richiederà ancora per poco!)

Le uniche vere vittime della situazione che si è venuta profilando sono dunque proprio Napster, la pietra dello scandalo, usato ed abusato dai suoi utenti, e la Musica. Ma si può dubitare che quest’ultima abbia ancora una propria voce autentica da far sentire… purtroppo!

Federico Penco

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Pubblicato il
2 giu 2000
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