I terrestri sono geocentrici e incapaci di contemplare altro al di fuori di ciò che gli somiglia. Per questo si muovono a tentoni alla ricerca di forme di vita aliene ad immagine e somiglianza degli esseri viventi che si sono evoluti sulla Terra.
È un report sintetizzato da ars technica , commissionato dalla NASA ad un gruppo di ricercatori del National Research Council americano a tornare con dovizia di particolari su questa eventualità: durante le missioni spaziali, sonde e robot potrebbero essere incappati in forme di vita aliene senza averle riconosciute, se non addirittura sterminate . Una circostanza dovuta ai “limiti culturali” dei bioastronomi terrestri, accecati da secoli di scoperte scientifiche “terracentriche” , capaci di pensare alla vita solo nell’ambito di ambienti che, ad esempio, contengano acqua e ossigeno. La presenza di certi elementi, determinate condizioni ambientali considerate alla stregua di condizioni essenziali per la vita, hanno per anni condizionato le ricerche degli esobiologi, con il rischio di precludere loro scoperte rivoluzionarie.
Ora, avverte il team del National Research Council , è necessario costringersi ad un dubbio scientifico, ed ammettere l’esistenza di forme di vita realmente aliene . Forme di vita che peraltro si sono sviluppate anche sul nostro pianeta, come gli ecosistemi di microbi e batteri unicellulari che popolano ambienti come i deserti o le profondità degli oceani, habitat inospitali, quantomeno per gli esseri viventi “ordinari”. La vita potrebbe svilupparsi secondo gli schemi terrestri pur edificandosi su mattoni completamente diversi, o potrebbe addirittura assumere forme inimmaginabili, sovvertendo ogni certezza a riguardo con architetture biochimiche e dinamiche evolutive altre . Si è dimostrato che altri liquidi rispetto all’acqua possono agire da solventi per innescare le reazioni chimiche alla base della vita; le informazioni genetiche potrebbero venire tramandate da strutture di molecole diverse dal DNA; analizzando la composizione di meteoriti si sono individuati 25 amminoacidi sconosciuti: tutti indizi che permettono di speculare riguardo all’esistenza di una weird life , una vita “bizzarra” , diversa da quella che conosciamo noi.
Per questo motivo, per risalire all’origine della vita sul nostro pianeta ed altrove, nel report si invita alla ricerca nell’ambito degli organismi estremofili che sopravvivono in ambienti terrestri ostili, al pari di quanto suggerisce un recente documento della European Science Foundation . Si invita ad indagare, ad esempio, su come possa agire da solvente la composizione di acqua e ammoniaca che parrebbe celarsi oltre la densa atmosfera di Titano, sotto la sua crosta ghiacciata.
Di diversa fattezza, invece, gli alieni che circa 50mila persone hanno atteso nei giorni scorsi a Roswell, Mecca degli ufologi e sede del Roswell UFO Festival . Per celebrare i sessanta anni dallo schianto di un presunto disco volante, segnala Slashdot , nella città del New Mexico si sono concentrati carri allegorici, motociclisti alieni, podisti in costumi di carta argentata, teorici di cospirazioni che occulterebbero verità prossime ad essere svelate. Verità fatte di rapimenti, cerchi nel grano, tecnologie di cui oscure agenzie governative starebbero tentando il reverse engeneering . Verità fatte di umanoidi squamati amanti della carne viva e di reticuliani dagli occhi espressivi, forme di vita decisamente più bizzarre rispetto a quelle prospettate dal team di ricercatori del National Research Council .
Gaia Bottà