Un assistente di intelligenza artificiale, con caratteristiche in qualche modo paragonabili a quelle di ChatGPT, progettato per lo spazio e per supportare gli astronauti nello svolgimento delle loro mansioni quotidiane. Cosa potrebbe mai andare storto? È questa l’idea al vaglio della NASA, con l’obiettivo di integrare la tecnologia nella stazione Lunar Gateway che orbiterà intorno alla Luna nell’ambito della missione Artemis.
IA nello spazio: gli astronauti avranno il loro ChatGPT
Lasciando da parte i timori relativi a eventuali conseguenze nefaste come quelle immaginate oltre mezzo secolo fa da Stanley Kubrick in 2001: Odissea nello Spazio, l’obiettivo è quello di confezionare un’IA basata su un modello linguistico che possa fornire suggerimenti utili durante l’esecuzione degli esperimenti e che possa sostituire il personale umano nell’esecuzione di alcune delle operazioni più complesse.
Stando a quanto affermato dalla Dr. Larissa Suzuki in occasione di un meeting organizzato da IEEE, l’intenzione è quella di arrivare un giorno ad avere interazioni conversazionali con i veicoli spaziali, con questi ultimi che possono replicare per segnalare allarmi o scoperte interessanti effettuate osservando il sistema solare e oltre
. Un esempio concreto fornito è quello di un assistente basato sull’intelligenza artificiale in grado di intervenire autonomamente per correggere problemi rilevati nelle trasmissioni.
Non è dato a sapere se il progetto arriverà a completarsi, se la NASA potrà davvero a implementare una sorta di ChatGPT nella sua stazione lunare. Dovrà fare i conti anzitutto con i tanti problemi insorti nell’ambito della missione Artemis, che ha fin qui accumulato anni di ritardo e visto gonfiarsi gli investimenti necessari al suo lancio effettivo, superando la soglia dei 93 miliardi di dollari contro i 23,8 miliardi stanziati in un primo momento.