In un’epoca sempre più contraddistinta dalle meccaniche della competizione, anche la società aerospaziale più famosa al mondo potrebbe perdere la propria leadership. NASA , simbolo dell’avanguardia tecnologica statunitense, appare oggi più che mai in difficoltà a causa di problematiche interne ed esterne, che rischiano di rallentare lo sviluppo della compagnia e favorire altre industrie aerospaziali.
Qualunque statunitense al giorno d’oggi conosce bene il valore tecnologico e il peso economico rappresentato da NASA , che più di ogni altra agenzia di settore ha caratterizzato una delle fasi cruciali della storia mondiale: quella dell’esplorazione spaziale . Se nel 1969 gli USA divennero i primi colonizzatori lunari, lo si deve al progresso di una delle migliori società scientifiche nel panorama industriale dell’epoca. In quegli anni, la forte competizione con l’ex Unione Sovietica produsse un intenso sviluppo nel settore aerospaziale che alla fine determinò il primato dell’azienda di Houston, grazie alle missioni Apollo.
Oggi, quel primato rischia di divenire un ricordo del passato. Il previsto e controverso pensionamento entro due anni della vecchia flotta di Shuttle potrebbe aggravare la già incerta situazione economica della società texana. Com’è noto, i fondi destinati al programma spaziale sono stati via via tagliati nel corso degli anni, dapprima con la guerra in Vietnam fino ad arrivare ai giorni d’oggi, a causa dell’impegno dell’esercito USA in Iraq. Michael Griffin , attuale amministratore della NASA, ha espresso tutta la sua preoccupazione nel descrivere il futuro dell’azienda. I prossimi veicoli spaziali Orion saranno in grado di trasportare gli astronauti di nuovo sulla Luna entro il 2020, ma per quella data c’è il grosso rischio che la Cina abbia già dimostrato le qualità e capacità del proprio progetto operativo.
Secondo Griffin, i cinesi starebbero preparando un programma spaziale estremamente competitivo, grazie allo sfruttamento di tecnologie acquisite da altri paesi. L’industria aerospaziale di Pechino conta circa 200.000 impiegati , cioè più del doppio di quelli gestiti attualmente dalla NASA. Il più grande rammarico, secondo Griffin, rimane l’impossibilità di lanciare nuovamente l’uomo nello spazio per i prossimi cinque anni. Un periodo così lungo potrebbe favorire l’impegno orientale e minacciare il primato statunitense nell’esplorazione spaziale.
Per scongiurare l’eventuale declino statunitense nel settore, gli esperti starebbero vagliando la possibilità di ottenere supporto dall’industria aerospaziale privata , di SpaceX e di altre società. Sempre secondo Griffin, si dovrebbe prestare maggiore attenzione a quei senatori che vorrebbero investire più denaro per accelerare la costruzione dei prossimi veicoli Orion.
Alessandro Lucarelli