La prossima missione NASA in preparazione dello sbarco su Marte si chiama Asteroid Redirect Mission (ARM), ha come obiettivo la raccolta di un campione da un asteroide e il suo riposizionamento in orbita stabile attorno alla Luna, infine il lancio di una capsula Orion con astronauti a bordo per studiare in dettaglio la composizione del masso spaziale.
Il piano definitivo di ARM sposa in realtà l'”opzione B” tra le possibili missioni verso gli asteroidi su cui NASA lavora da tempo , mentre l’opzione A era inizialmente focalizzata sul recupero e il riposizionamento in orbita lunare di un asteroide intero.
La raccolta di un campione roccioso garantisce all’agenzia USA un maggior numero di possibilità operative, a cominciare dai target della missione che al momento comprendono Itokawa, Bennu, e 2008 EV5. In tre anni il numero di asteroidi vicini alla Terra identificati è aumentato del 65 per cento, dice NASA, e per il 2019 – anno in cui sarà scelto l’asteroide verso cui lanciare la sonda – si avranno probabilmente ulteriori opzioni a disposizione.
Oltre al notevole valore scientifico del contatto diretto con un campione di asteroide da parte di astronauti umani, poi, ARM permetterà al colosso spaziale statunitense di sperimentare tecnologie vitali per il futuro dell’esplorazione extra-mondo (da Marte in poi) come il motore ionico Solar Electric Propulsion (SEP), tecnologie di “difesa planetaria” contro gli asteroidi potenzialmente pericolosi e il nuovo sistema di lancio SLS (Space Launch System) con tanto di capsula Orion per il trasporto di astronauti.
Alfonso Maruccia