NASA: i miei primi 50 anni

NASA: i miei primi 50 anni

Si chiude mezzo secolo di conquiste scientifiche eccezionali, funestate da qualche incidente. E con un futuro ancora tutto da scrivere: in mezzo a difficoltà economiche che sembrano non coinvolgere gli altri protagonisti del settore
Si chiude mezzo secolo di conquiste scientifiche eccezionali, funestate da qualche incidente. E con un futuro ancora tutto da scrivere: in mezzo a difficoltà economiche che sembrano non coinvolgere gli altri protagonisti del settore

Il primo ottobre 2008 la NASA compirà 50 anni. Mezzo secolo dopo la nascita della agenzia spaziale statunitense, cosmonauti e ingegneri d’oltreoceano guardano al futuro: un futuro fatto di sfide eccitanti, come la costruzione di un avamposto umano sulla Luna o una spedizione su Marte, ma anche di molti interrogativi sulle risorse economiche e tecniche di cui potranno disporre nei prossimi anni. Mentre la concorrenza si fa sempre più agguerrita.

Il lancio di un vettore Saturno V Complice probabilmente la gara con l’Unione Sovietica e la Guerra Fredda, i primi anni della avventura NASA sono stati segnati da successi e insuccessi: lanci falliti con esiti disastrosi come nel caso delle missioni Mercury , Ranger e soprattutto l’ incidente mortale dell’ Apollo 1 . Episodi che tuttavia dimostrano lo sforzo ai limiti della tecnologia di allora, necessari per completare la corsa alla conquista dello Spazio, perduta nella tappa di avvicinamento all’orbita (ad appannaggio dell’URSS con Yuri Gagarin , il 12 aprile del 1961), ma vinta con l’ allunaggio del Apollo 11 il 20 luglio del 1969 .

Raggiunta la Luna, passato lo spavento per quanto accaduto con l’ Apollo 13 , l’entusiasmo e l’interesse per i viaggi nello spazio andarono scemando, di pari passo con i finanziamenti di cui godeva la NASA. Dal 3 per cento dell’intero budget federale degli anni 60 stanziato per finanziare il programma spaziale, si è passati al più modesto punto percentuale odierno che spiega la contrazione delle ambizioni statunitensi : sempre meno credito è stato offerto al volo umano, sempre maggiore importanza hanno rivestito le più economiche sonde automatiche spedite in giro per il Sistema Solare.

Buzz Aldrin sulla Luna durante la missione Apollo 11 Qualcosa hanno probabilmente contato anche gli incidenti mortali occorsi agli astronauti delle navette Shuttle Challenger (1986) e Columbia (2003), a dimostrazione che la scommessa di inviare esseri umani in orbita non è ancora esattamente una passeggiata. Ora con lo Shuttle pronto al pensionamento, la situazione economica problematica che affligge i bilanci statunitensi e la mancanza di un programma spaziale condiviso con altre nazioni (così da poter alleggerire il carico finanziario e di responsabilità), mette seriamente in dubbio la prospettiva di portare a termine entro i prossimi 10 anni la costruzione di un avamposto lunare e una missione umana su Marte . Da parte loro, gli ingegneri e gli scienziati NASA vanno avanti (e non potrebbe essere altrimenti): sul piatto restano i problemi noti sulla sopravvivenza dello Shuttle oltre il limite fissato per il 2010, la mancanza di un razzo vettore adeguato a trasportare esseri umani sulla ISS ( International Space Station ), nonché il lento procedere dello sviluppo dei nuovi programmi Ares e Orion per la costruzione di nuovi velivoli dovuta alla scarsità di fondi. Gli esperti si dicono scettici sulla effettiva possibilità di reperire i capitali necessari a restituire slancio alla macchina NASA, anche se la speranza è l’ultima a morire visto anche il fiorire delle attività spaziali di paesi emergenti come la Cina.

Ironico che, in netto contrasto con la crisi NASA, si assista poi proprio in questi giorni al successo delle iniziative imprenditoriali che puntano allo Spazio . SpaceX, tra le prime aziende impegnate nello sviluppo di vettori interamente progettati da un privato, al quarto tentativo è riuscita finalmente a raggiungere l’orbita terrestre con il suo Falcon 1 e si avvia dunque a sviluppare un lucroso business per la messa in orbita di payload a fini commerciali o scientifici grazie al primo vettore orbitale privato della storia.

Il vulcano Monte Olimpo ripreso sulla superficie di Marte dalla sonda Viking 1 In Russia, nel frattempo, prende piede il giro d’affari del turismo spaziale, con nomi famosi come quello del fondatore di Google Sergey Brin pronti a prenotare un volo . Ma guai a dimenticarsi degli altri grossi personaggi che stanno investendo nel settore, come Richard Branson che punta tutto sulla SpaceShipTwo della sua arrembante Virgin Galactic, oppure Jeff Bezos (Amazon) e la sua placida Blue Origin , o infine John Doom Carmack e l’ avventurosa Armadillo Aerospace.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
30 set 2008
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