Costruire un nuovo vettore che giustifichi il pensionamento di quelli finora utilizzati : abbastanza potente da uscire dall’orbita inferiore terrestre e portare gli astronauti su un asteroide, sulla Luna o su Marte e relativamente in fretta per fare i primi test di volo entro il 2016. Questo uno degli obiettivi programmati con l’ultimo budget della NASA e finiti nuovamente al centro del dibattito.
Gli 8-9 miliardi all’anno stanziati per il progetto (e arrivati dal taglio del progetto Constellation legato all’amministrazione Bush), infatti, non sono ritenuti sufficienti dagli uomini NASA : secondo gli attuali modelli di calcolo e gli approcci utilizzabili per questo tipo di sviluppo – spiegano i responsabili dell’agenzia spaziale – ristrettezze economiche e una tabella di marcia serrata non possono coesistere.
Il budget da 58 miliardi per i prossimi tre anni è stato concesso ad ottobre : 19 miliardi l’anno tanto faticosamente ottenuti alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che la NASA aveva ringraziato ufficialmente il Presidente Obama al momento della firma definitiva.
Tuttavia non sono pochi gli obiettivi imposti all’agenzia spaziale dall’atto di autorizzazione che ha accompagnato l’approvazione del budget: obiettivi obbligatori, a meno che la NASA non riesca a dimostrare che i soldi effettivamente non siano sufficienti. Concetto ribadito dal Congresso: il vettore deve per legge essere costruito. Un approccio particolare per un settore come la Ricerca e Sviluppo che convive con imperscrutabilità, serendipità e imprevisti.
“La NASA – ha detto il senatore Bill Nelson – deve smetterla di accampare scuse e seguire la legge”.
L’unica soluzione per la NASA per rientrare nelle scadenze è affidarsi a basi solide: motori e altri pezzi degli shuttle dimissionati saranno riciclati e usati come base di partenza per i veicoli di nuova generazione. O per cercare di seguire il possibile business dei voli commerciali spaziali per abbattere i costi di gestione degli impianti.
In quest’ottica la collaborazione con i soggetti privati del settore fortemente incentivata dall’amministrazione Obama potrebbe avere un ruolo chiave: il produttore statunitense di materiale per l’ingegneria aerospaziale Alliant Techsystems ( ATK ) e l’europea Astrium stanno, per esempio , lavorando ad una versione commerciale di Ares I utilizzando parti del dismesso shuttle e del lanciatore europeo Ariane 5 . L’idea è quella di costruire uno shuttle-taxi chiamato Liberty, poco costoso rispetto ai parenti da cui ha preso le componenti e in grado di creare un business del trasporto di astronauti sull’ISS, e di conseguenza un circolo virtuoso che riesca ad aumentare i posti di lavoro presso il Kennedy Space Center (da cui partirà) e diminuire i costi di gestione e dei componenti che la NASA potrà utilizzare nei vettori futuri.
La stessa NASA, peraltro, starebbe ancora pensando di non abbandonare del tutto Atlantis e Endeavour, ed utilizzarli dal 2013 per almeno due voli l’anno: un’opzione in più nelle possibilità di gestione dell’agenzia, che però deve essere messa sul piatto della bilancia con l’alternativa dei passaggi russi o privati , con le ristrettezze del budget, dal momento che costerebbe 1,5 miliardi l’anno.
Claudio Tamburrino