Dopo 30 anni di attività è atterrato oggi (alle 9:57 ore locali) sulle note di “God Bless America” l’ultimo shuttle della NASA: l’Atlantis. Ad attenderlo c’è un’ala del Kennedy Space Center.
“In una serata tinta di emozioni e impregnata di storia – ha detto il commentatore della NASA Rob Navias anticipando l’atterraggio – lungo i corridoi del Mission Control di Houston stiamo vivendo quelli che saranno gli ultimi attimi di vita della storia del programma spaziale degli Shuttle”.
Con Atlantis e la fine della missione STS-135 sono tornati sulla terra il comandante Chris Ferguson, il pilota Doug Hurley e gli astronauti Sandy Magnus e Rex Walheim.
Ferguson dopo l’atterraggio ha sottolineato l’importanza del programma spaziale che si conclude con il suo atterraggio: “gli shuttle hanno cambiato il modo in cui guardiamo al mondo e all’universo. Ci sono molte emozioni oggi, ma una cosa è indubbia: l’America non può smettere di esplorare”.
Proprio in quest’ottica va vista l’idea di riusare i razzi Atlas 5 della United Launch Alliance , già utilizzati per le missioni teleguidate, anche per inviare astronauti nello spazio.
Claudio Tamburrino