L’ipotesi più affascinate, quella che più di ogni altra spinge a guardare ed esplorare il cielo, si arricchisce di un nuovo commento che arriva dalla NASA e inevitabilmente riaccende il dibattito: ci sarebbero prove di vita extraterrestre .
Stavolta non si tratta di supposizioni statistiche, ma di prove che l’astrobiologo Richard Hoover afferma di aver trovato su meteoriti atterrati sulla Terra .
Lo scienziato del Marshall space flight centre in Alabama dice di aver individuato filamenti e altre strutture che risulterebbero essere fossili microscopici di esseri extraterrestri , alcuni assomiglianti a phylum di batteri cyanobacteria conosciuti con il nome di alghe azzurre, altre a un batterio chiamato titanospirillum velox .
Le sue scoperte sono documentate su un articolo scientifico pubblicato dal Journal of Cosmology . In esso l’astrobiologo sostiene la tesi per cui la vita sul nostro pianeta può aver avuto origine extraterrestre : “Le implicazioni sono che la vita è ovunque e che la vita sulla Terra possa essere giunta da altri pianeti”. La teoria , cosiddetta panspermia, ha avuto altri sostenitori tra cui un altro ricercatore della NASA, David McKay, che nel 1996 affermava di aver trovato tracce di forme di vita marziana su un meteorite recuperato nel 1984.
Dal momento che la materia è molto controversa e dibattuta (e in casi precedenti – ha notato un altro scienziato NASA – prove simili sono state poi smentite) il giornale ha invitato la comunità scientifica ad analizzare i risultati e commentarli : tutti verranno pubblicati accanto all’articolo. Con la mobilitazione di 100 esperti e inviti ad oltre 500 scienziati si tratta di uno degli scrutini più accurati, dice lo scienziato e redattore capo del Journal of Cosmology Rudy Schild, “cui è stato sottoposta una ricerca nella storia della scienza”.
I test di laboratorio sembrano aver confermato che i filamenti non sono il risultano di una contaminazione dell’asteroide dopo il suo atterraggio sulla Terra: non è stato rilevata in essi la presenza di azoto , costituente fondamentale delle molecole organiche terrestri.
Davanti l’agenzia spaziale statunitense si apre un futuro all’insegna del ridimensionamento: il nuovo budget ha già costretto a politiche certamente nuove per la NASA, come la scelta di riciclare pezzi di vecchie navicelle per i primi voli commerciali o come il pensionamento del Discovery e la necessità futura di chiedere passaggi alle altre agenzie spaziali in attesa dei primi voli aerospaziali di privati. Gli alieni sono una delle poche notizie che potrebbero far tornare a crescere il fascino verso l’esplorazione dello spazio e, magari, far crescere anche i fondi a disposizione.
Claudio Tamburrino