In parte sfrigolerà attraversando gli strati più bassi dell’atmosfera, in parte raggiungerà la Terra, probabilmente tra il 23 e il 24 settembre. Non è ancora possibile calcolare dove avverrà l’impatto di ciò che rimarrà dell’Upper Atmosphere Research Satellite ( UARS ), ma gli allarmismi sono ingiustificati: da quando la corsa allo spazio ha avuto inizio, i detriti orbitali non hanno mai arrecato danno all’uomo.
Il rottame spaziale che si dirige verso la Terra è un satellite che ha servito la causa della ricerca scientifica negli scorsi anni. Lanciato nel 1991 dall’ora pensionato Space Shuttle Discovery , vanta una lunghezza di 10,6 metri, una larghezza di oltre 4,5 metri, e pesa all’incirca 6 tonnellate. La sua missione era quella di raccogliere dati sui componenti chimici e le dinamiche che animano la stratosfera: è stato dismesso il 14 dicembre del 2005, e ora sta per fare il suo rientro sulla Terra.
Non si tratterà di una dolce rimpatriata: già nel 2002 la NASA prevedeva per il relitto una riduzione in frantumi, 26 dei quali, dal peso totale di 532 kg, potrebbero risultare pericolosi. A seconda delle loro dimensioni potrebbero colpire la Terra ad una velocità tra i 90 e i 235 chilometri orari. Ma è ancora troppo presto per conoscere il luogo dell’impatto: l’ ultimo bollettino dell’agenzia spaziale statunitense localizza UARS in un’orbita tra i 190 e i 205 km, e solo con lo scorrere delle ore sarà possibile affinare le stime rispetto a quelle attuali, che prospettano per UARS una caduta in una latitudine compresa tra i 57 gradi nord e i 57 gradi sud.
Le autorità sono vigili , ma non c’è di che temere: la popolazione è distribuita sul nostro Pianeta in maniera tutt’altro che uniforme, ha rassicurato Mark Matney dell’ Orbital Debris Program Office della NASA, e in questo caso c’è una possibilità su 3.200 che un frammento della ferraglia spaziale arrechi danno all’uomo. “Abbiamo buone possibilità che tutto vada bene”, ridacchiano altri astronomi.
Benché sia altamente improbabile che si verifichino degli avvistamenti di immondizia spaziale, la NASA chiede che nessuno tocchi nulla in caso di rinvenimento di qualcosa che possa apparire un frammento dello UARS. Nel frattempo, dagli Stati Uniti all’ Italia passando per la Russia , ci si interroga su come fare pulizia in strati di atmosfera sempre più pericolosamente affollati. Un problema per future missioni spaziali private, pubbliche, commerciali e scientifiche: in orbita, a quanto pare, abbondano il traffico e la spazzatura.