La scorsa settimana è stato svelato , presso il Johnson Space Center di Houston, Robonaut R2 : come suggerisce il nome stesso si tratta di un robot-astronauta ed è il risultato di un lavoro congiunto tra NASA e General Motors.
Si tratta fondamentalmente di un restyling della precedente versione, sviluppata dieci anni fa anche con l’aiuto di DARPA, di un robot umanoide da affiancare agli astronauti nel corso delle missioni spaziali. Il suo compito dovrebbe essere quello di sostituire gli umani nei compiti più rischiosi ma la fine delle missioni Shuttle pone un interrogativo sul futuro operativo di Robonaut R2 : vista la situazione di stallo in cui è invischiata la NASA, potrebbe finire ancora prima di cominciare.
Quella intrapresa lunedì dall’Endeavour è infatti una delle ultime missioni spaziali programmate interamente dall’ente spaziale statunitense e appare difficile che Robonaut R2 possa essere pronto per ottenere un ruolo di rilievo nel completamento della Stazione Spaziale Internazionale.
Trattandosi in pratica di un robot-manutentore spaziale dovrà essere portato in orbita attraverso l’uso di vettori alternativi come le Soyouz russe, alle quale gli astronauti statunitensi dovranno chiedere un passaggio, visto il congelamento del programma Constellation che avrebbe garantito una generazione di navicelle successiva agli Shuttle, a loro tempo realizzati con i fondi ricavati dall’annullamento del programma Apollo.
Meno di due settimane fa la NASA aveva altresì definitivamente rinunciato ] a ristabilire la capacità motoria di Spirit, il robot esploratore in missione su Marte che da qualche tempo non era più in grado muoversi perché danneggiato e che ora servirà da stazione di rilevamento fissa.
Giorgio Pontico