È tempo di commiati per GRAIL (Gravity Recovery and Interior Laboratory), la missione di sonde gemelle che NASA ha spedito in orbita attorno alla Luna: dopo un anno di attività, per Ebb e Flow (i nomi delle due sonde di cui sopra) questo lunedì è previsto l’impatto con la superficie del satellite terrestre a una velocità di 1,7 chilometri al secondo.
Entrate in servizio lo scorso 1 gennaio, le sonde GRAIL hanno ricostruito una mappa particolareggiata del campo gravitazionale lunare: secondo gli esperti, le informazioni fornite da Ebb e Flow hanno permesso di generare la mappa gravitazionale più particolareggiata su qualsiasi oggetto celeste, un risultato che servirà a comprendere meglio le dinamiche di sviluppo ed evoluzione dei pianeti rocciosi presenti nel Sistema Solare.
E siccome in tempo di crisi non si butta via niente, quelli di NASA riusciranno a “spremere” Ebb e Flow fino all’ultimo istante con test ed esperimenti: durante il loro avvicinamento con il brullo suolo lunare, alle due sonde verrà ordinato di accedere i motori principali fino a consumare l’ultima goccia di carburante disponibile. Il tal modo sarà possibile calcolare le necessità delle missioni future con maggiore efficienza.
E se il doppio “botto” di GRAIL servirà presumibilmente a chiudere l’anno in bellezza, per NASA questo è un periodo di riflessione e pianificazioni per gli investimenti futuri (nel settore privato): l’agenzia statunitense è stata costretta a spiegare nel dettaglio il modo in cui il rover Curiosity è in grado di scattare autoritratti “a distanza”, e questo per evitare la tradizionale circolazione di leggende metropolitane, teorie e complotti sulla presunta natura “cinematografica” delle missioni NASA sugli altri mondi.
Il 2012 si chiude poi con l’annuncio di 30 milioni di dollari in finanziamenti concessi a tre diverse società private, con l’obiettivo di finalizzare e certificare altrettante sonde spaziali per il volo con equipaggio verso la ISS: oltre alla solita SpaceX – che sulla ISS c’è già stata ma senza astronauti – fanno parte del trittico anche Boeing (capsula CST-100) e Sierra Nevada Corp. (vascello Dream Chaser). Per SpaceX, nel futuro non proprio immediato, si prospetta un’ulteriore possibilità di “business” statale-privato con due contratti per altrettante missioni spaziali della Air Force.
Alfonso Maruccia