La NASA sta avviando un esperimento per osservare da molto vicino gli uragani e cercare di capire come si formano e come si muovono, così da poterli prevedere. Per farlo utilizzerà un UAV ( Unmanned Aerial Vehicle ). Grazie al drone volante, nello specifico un Global Hawk , si spera di poter raccogliere numerosi dati su questi fenomeni atmosferico da integrare con gli studi finora condotti e i modelli ad oggi sviluppati.
L’idea, già avuta nel 2007 dal National Oceanic and Atmospheric Administration ( NOAA ), è quella di osservare da molto vicino gli uragani con l’utilizzo di velivoli senza pilota, per cercare di capirne il funzionamento e così arrivare a poterli prevedere . Un progetto sugli uragani era già stato portato avanti dalla NASA negli Stati Uniti nel 2001, ma questo rappresenta quello di più ampia portata.
L’esperimento, chiamato con l’acronimo GRIP ( Genesis and Rapid Internsification Processes ), durerà sei settimane (si svolgerà nel picco della stagione degli uragani) e oltre al Global Hawk, equipaggiato con strumenti di misurazione degni dei satelliti spaziali, utilizzerà un bombardiere WB-57 e un DC-8 riconvertiti per lo scopo .
Questi verranno utilizzati per raccogliere dati intorno all’evento atmosferico. In particolare, il bombardiere ospiterà un dispositivo HIRAD ( Hurricane Imaging Radiometer ) che tramite un’antenna misurerà le onde generate dai forti venti sulla superficie del mare.
NOAA e la National Science Foundation ( NSF ) hanno collaborato nel progetto con l’agenzia spaziale.
Claudio Tamburrino