Nasce UK Music, tremino tutti i downloader

Nasce UK Music, tremino tutti i downloader

Major, produttori, distributori e discografici si uniscono sotto un'unica bandiera e partono lancia in resta verso il futuro della musica digitale e la lotta senza quartiere al file sharing non autorizzato
Major, produttori, distributori e discografici si uniscono sotto un'unica bandiera e partono lancia in resta verso il futuro della musica digitale e la lotta senza quartiere al file sharing non autorizzato

Una nuova organizzazione per controllarle tutte, scriverebbe J.R.R. Tolkien: più che l’unico anello, però, piuttosto prosaicamente UK Music è solo il nuovo cartello con cui la lobby dei discografici ha intenzione di perorare i propri interessi presso il pubblico, gli utenti, l’industria e il governo. Nata dalle ceneri di British Music Rights (la cui pagina web ora redirige al nuovo sito), l’organizzazione viene ancora una volta guidata dall’ex-musicista Feargal Sharkey e presieduta dal veterano del publishing discografico Andy Heath.

Tra i membri fondatori di UK Music c’è il gotha della rappresentanza dell’industria discografica inglese , British Phonographic Industry, Association of Independent Music, British Academy of Composers and Songwriters, Music Publishers Association e altre organizzazioni. Sharkey sostiene che anche la recentemente instaurata Featured Artist Coalition sarebbe benvenuta a bordo, ma gli obiettivi tra i due cartelli (quello degli industriali e quello degli artisti) appaiono alquanto lontani perché un matrimonio sia possibile sul breve periodo.

Se infatti i membri della FAC hanno fatto presente che rivogliono il controllo della propria musica, che vogliono nel caso solo affittare alle major, rinegoziando tutti gli accordi e le modalità di publishing fin qui date per scontate, la neonata UK Music parla di “lotta alla pirateria digitale”, azioni di lobbismo nei confronti di un governo che si è dimostrato alquanto ricettivo ai lamenti dell’industria e di un piano quinquennale per traghettare la boccheggiante industria del disco verso lidi più sicuri e floridi , in completa armonia con la rivoluzione digitale.

Proprio dal recente memorandum d’intesa firmato tra major e ISP e negoziato dal governo laburista dice di voler partire Sharkey: la strada da seguire – sostiene il CEO di UKM – è quella del doppio binario della lotta senza quartiere ai download “illegali” e dell’individuazione di nuove strade per la raccolta degli introiti , inglobando meccanismi simili alla Licenza Volontaria Collettiva direttamente nelle fatture per le connessioni broadband dei Britons .

Le idee precise e circostanziate del nuovo cartello dei discografici inglesi verranno descritte nel dettaglio nel manifesto dell’organizzazione in distribuzione dal prossimo anno. Sharkey prova a buttarla sul patriottico , sostenendo che “messa semplicemente, la musica è una delle poche aree in cui questa nazione continua a contare più di quanto pesi ed è qualcosa che tutti noi dovremmo glorificare”.

E di certo il 95% dei giovani che scarica brani a più non posso dal file sharing, incurante delle letterine di avviso e delle cause legali prossime venture, non può che essere d’accordo con l’ex-ribelle punkettaro convertitosi, in una notte buia e tempestosa, sulla via del business e del mercato.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
28 ott 2008
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