Metà imprenditore, metà cracker: un duplice ruolo grazie al quale il russo Valery Maltsev si è fatto beffe delle misure di sicurezza del Nasdaq , listino tecnologico di Wall Street, tra agosto e dicembre 2009. Lunedì il giudice statunitense Richard Holwell ha accolto la richiesta della Securities and Exchange Commission (SEC) di congelare i beni di Maltsev, che si serviva dell’ azienda da lui presieduta, la BroCo Investments , per portare a termine le sue operazioni.
Secondo quanto si apprende dalla denuncia pervenuta in tribunale, in pochi mesi Maltsev sarebbe riuscito a introdursi negli account Nasdaq di 38 aziende manipolando l’andamento di parte del mercato attraverso vendite e cessioni controllate di titoli azionari . Per la SEC le perdite totali ammonterebbero a poco più di 600mila dollari.
Con questo stratagemma Maltsev, che si presume risieda nei dintorni di San Pietroburgo, avrebbe incassato circa 255mila dollari. Un trasferimento di altri 300mila dollari dagli Stati Uniti a una banca cipriota sarebbe stato bloccato dalle autorità poco prima che venisse dato il via alla transazione.
Non è la prima volta che un hacker si interessa alla borsa di Wall Street: esattamente 10 anni, nel 2000, Gerrie Mansur aveva individuato una grave falla che avrebbe permesso l’accesso ai sistemi informatici degli indici azionari. In quell’occasione però l’hacker olandese si limitò ad avvertire le autorità.
Giorgio Pontico