Sono ancora giorni di passione per le aziende protagoniste del business telematico che hanno a che fare con i contenuti generati dagli utenti (UGC), un tipo di attività che può comportare persino rischi all’incolumità dei dipendenti come dimostra il caso di Nasim Aghdam e la sua tentata strage nel campus di YouTube.
Il fatto è avvenuto nella tarda mattinata di martedì 3 aprile, quando Aghdam ha fatto irruzione nella sede del network di video sharing nella città di San Bruno, in California. La donna, armata di pistola, ha sparato a quattro persone e si è poi uccisa. Dopo l’irruzione, la polizia cittadina ha trovato Aghdam a terra confermando poi la sua identità sul canale Twitter ufficiale.
The suspected shooter in today’s YouTube incident has been identified. Please see press release for details – https://t.co/Xvr2l9bB9s pic.twitter.com/NEBoX3WWK5
– San Bruno Police (@SanBrunoPolice) 4 aprile 2018
Trentanovenne di origini iraniane arrivata negli Stati Uniti con la famiglia nel 1996, Aghdam è stata a quanto pare spinta ad armarsi (fisicamente) contro YouTube a causa di quella che a suo dire rappresentava una censura nei confronti dei suoi video, giudicati inappropriati secondo le regole del sito ma a suo dire completamente legittimi e adeguati a partecipare al circuito di monetizzazione della piattaforma.
Come traspare dal suo sito ufficiale – ora non più accessibile se non nella cache di Google – Aghdam si dichiarava impegnata a diffondere idee vegane e “anti-dittatoriali” contro chi, secondo le sue parole, nascondeva la verità, manipolava “la scienza e tutto quanto” e abusava degli “animali non-umani”, distruggeva i valori familiari e promuoveva “il materialismo e la degenerazione sessuale nel nome della libertà.”
Was just briefed on the shooting at YouTubès HQ in San Bruno, California. Our thoughts and prayers are with everybody involved. Thank you to our phenomenal Law Enforcement Officers and First Responders that are currently on the scene.
– Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 aprile 2018
In seguito all’assalto dell’attivista vegana convertitasi alla violenza, l’industria tecnologica ha prevedibilmente reagito con parole di supporto per le aziende e i dipendenti di YouTube coinvolti nell’episodio. Immancabile, come sempre, il messaggino di Donald Trump con i suoi “pensieri e preghiere” di circostanza dispensati digitalmente a mezzo Twitter.
Alfonso Maruccia