Il MIT lancia la corsa al naso artificiale definitivo: gli scienziati del celebre istituto di ricerca hanno trovato il modo per produrre in massa piccoli ricettori olfattivi. Se la via è ancora lunga, se ricostruire il complicato meccanismo grazie al quale l’uomo percepisce gli odori sembra impossibile, un passo avanti è stato fatto: i nuovi ricettori del MIT possono risultare utili per creare una discreta schiera di dispositivi elettronici.
Sino ad ora lo scoglio da superare per studiare e riprodurre il modo in cui gli odori vengono percepiti riguardava l’isolamento delle proteine: già ad agosto i ricercatori del MIT avevano messo a punto un sistema basato su cellule di mammifero per produrre i ricettori, sistema che si è però dimostrato essere troppo laborioso e costoso. Il nuovo metodo consiste in un procedimento di sintesi in cui vengono utilizzati estratti ricavati dai germi del grano, disponibili sul mercato a poco prezzo. Questo metodo permette di estrarre un particolare ricettore, consentendo di isolare le proteine dopo diversi procedimenti volti alla purificazione. Con questo procedimento è possibile produrre cospicui quantitativi di proteine, per iniziare ad approfondire gli studi.
“L’olfatto è forse uno dei sensi primordiali ma nessuno è in grado di capire davvero come funziona. Rimane ancora un inarrivabile enigma” – ha dichiarato Shuguang Zhang, direttore associato del Centro per l’Ingegneria Biomedica del MIT. Un enigma che al MIT sembrano voler risolvere a tutti i costi: “Ora che abbiamo materiale per lavorare, faremo nuovi studi nel campo della ricerca sull’olfatto” dichiara Brian Cook, ricercatore.
Il passo successivo alla nuova scommessa sarà quello di sviluppare un dispositivo portatile a tecnologia microfluidica in grado di identificare diversi odori. “Un dispositivo simile potrebbe essere utilizzato in medicina nelle diagnosi primarie di alcune patologie che producono determinati odori, come il diabete, o malattie a polmoni, vescica, cancro della pelle” continua Zhang. Ma non solo: questo tipo di apparecchi potrebbe decretare la pensione per i cani utilizzati dalle forze dell’ordine per individuare sostanze stupefacenti o esplosivi.
Vincenzo Gentile