Non si sa se Frank William La Rue, special rapporteur dell’ONU per i diritti umani, avesse presente la situazione italiana che sta per essere introdotta dall’AGCOM sulle inibizioni in tema di diritto d’autore, quando ha firmato il “Report of the Special Rapporteur on the promotion and protection of the right to freedom of opinion and expression” del 2011, visto che l’Italia non è nominata nel Report nonostante l’anno prima lo stesso Organismo avesse menzionato un esplicito riferimento ad un invito compiuto dalle autorità italiane a visionare lo stato di libertà della rete in italia.
Né si sa inoltre se quest’invito sia stato effettivamente reiterato visto che nel report del 2011 , non si menziona più alcun invito effettuato da parte del Governo Italiano.
Fatto sta che il Report stilato a favore delle Nazioni Unite del 2011 interviene nella materia prevista dalla Convenzione ONU sui diritti civili e politici del 1966 con particolare riferimento alla rete Internet, raccomandando agli Stati di porre attenzione agli strumenti di inibizione dei cittadini dai contenuti presenti sulla rete per motivi politici e di libertà, ma anche, e il rapporto lo dice espressamente, nel settore del copyright.
Tra gli argomenti affrontati da La Rue vi sono le disconessioni dalla rete dei netizen e anche un profilo che non sembra stato valorizzato dai commenti che si affollano in rete, ovvero l’utilità del principio del notice and take down cioè l’avvertimento ad interrompere determinati comportamenti di violazione del copyright in rete. Sotto il primo profilo l’esperto mostra preoccupazione per i sistemi di disconnessione dei cittadini da Internet per violazioni legate alla proprietà intellettuale, puntando il dito in particolare contro il sistema HADOPI in Francia e contro il sistema del Digital Economy act nel Regno Unito . Soprattutto il sistema britannico, peraltro, appare speculare a quello che sta per essere introdotto in Italia.
L’articolo 17 della norma del Regno Unito prevede la possibilità di emettere un’ingiunzione da parte un ministro, previo consenso del Ministro della Giustizia, delle Camere del Parlamento e di una Corte, per bloccare anche mediante strumenti il blocco degli IP o dei DNS degli utenti, qualsiasi sito Internet che è stato usato, è ancora usato o è molto probabile che venga usato per violare il copyright analogamente a quanto previsto dal punto 3.5 della delibera 668/2010 dell’AGCOM.
Sotto il profilo del sistema dell'”avvertimento” a colui che starebbe violando il diritto d’autore e all’ingiunzione di interrompere i comportamenti illeciti, pena a seconda dei casi la disconnessione (come nel caso dell’HADOPI in Francia) o l’impossibilità per i cittadini di un paese di accedere ai contenuti che violerebbero il diritto d’autore (come in Italia, con il regolamento in via di approvazione da parte dell’AGCOM) va detto che lo Special Rapporteur dimostra di vedere con estremo sospetto il principio introdotto per la prima volta negli Stati Uniti dal Digital Millenium Copyright Act ( DMCA ).
Il rapporto afferma espressamente: “Tuttavia, mentre un sistema di notice and take down è un modo per impedire agli intermediari di impegnarsi attivamente nelle o incoraggiare comportamenti illeciti dei loro servizi, il sistema è soggetto ad abusi da parte sia dello Stato che di soggetti privati. Gli utenti che vengono avvertiti dal fornitore del servizio che il loro contenuto è stato segnalato come illegale spesso ricorrono poco o hanno poche risorse per contestare la rimozione. Inoltre, dato che gli intermediari possono essere considerati responsabili o in alcuni casi essere oggetto di responsabilità penale se non rimuovono il contenuto al momento del ricevimento della notifica da parte degli utenti per quanto riguarda i contenuti illegali, sono inclini a censurare comunque i contenuti potenzialmente illegali”.
Insomma, sembra proprio che l’AGCOM abbia deciso di introdurre in Italia il sistema del notice and take down ovvero la procedura di avvertimento al potenziale violatore del diritto di proprietà intellettuale sulla rete sotto la sua supervisione, proprio quando tale sistema viene dichiarato potenzialmente pericoloso per le libertà individuali espresse dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici del 1966.
Non c’è male come tempismo.
Fulvio Sarzana di S.Ippolito
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