Il fatturato in calo di oltre un miliardo di euro (128,4 miliardi di Yen) rispetto al 2007 impone scelte drastiche. Per questo la giapponese NEC è sul punto di tagliare 20mila posti di lavoro nelle sue divisioni LCD e componenti elettronici, per fare fronte ad un 2008 complicato e a un 2009 che non si annuncia certo migliore. Un annuncio che non si inserisce certo in un quadro positivo, dove ormai a fare notizia più che questi tagli sono i casi in cui le cose vanno per il meglio.
L’annuncio di NEC, infatti, si inserisce tra altri dello stesso tenore: Maxim , produttore di chip statunitense, ha comunicato un utile in caduta libera (-107 milioni di dollari rispetto all’anno passato, con una perdita a bilancio di quasi 39 milioni), licenziamento per almeno 140 dipendenti e la chiusura di uno stabilimento a Dallas. Disney è sul punto di sfoltire di 400 teste l’organico delle sue emittenti televisive ABC e ESPN. Il Wall Street Journal non è da meno , e si unisce a tutte le altre aziende che nelle scorse settimane hanno previsto di alleggerirsi dei propri dipendenti per ridurre i costi.
Quanto a NEC, la maggior parte dei tagli (il 60 per cento) riguarderà il personale estero e nella maggior parte dei casi si tratterà di licenziare dipendenti a tempo indeterminato. La tornata di allontanamenti si concluderà nel 2010, e il risparmio dovrebbe essere abbastanza consistente da offrire una boccata d’ossigeno all’azienda ma penalizzandola inevitabilmente sul piano della ricerca e sviluppo . O, forse, quello che un tempo era un leader della tecnologia made in Japan pensa di riuscire a salvare il proprio marchio storico facendo squadra con altri nomi locali anch’essi colpiti dalla crisi economica.
È per questo motivo che, in queste ore, si diffonde la voce che all’orizzonte ci sarebbe un accordo di collaborazione previsto tra NEC e Toshiba , per mettere assieme le forze nella produzione di componenti elettronici (memorie in particolare) e tentare di resistere così all’avanzata della concorrenza estera che viene dal sud-est asiatico. Messi assieme, i due fatturati raggiungerebbero la rispettabile cifra di 16,7 miliardi di dollari : quanto basta, secondo gli analisti , per tirare a campare ma non probabilmente per rilanciare il mercato giapponese dei semiconduttori che non è riuscito a mantenere la leadership che aveva solo qualche anno fa.
In questo quadro negativo, come detto, spicca invece il dato in controtendenza di Amazon . Nell’ultimo quarto del suo anno fiscale, quello che corrisponde alle vacanze natalizie, il rivenditore digitale ha fatto registrare un incremento complessivo del fatturato di ben 18 punti, grazie soprattutto al mercato internazionale e alla marea di servizi creati in questi anni che hanno differenziato l’offerta rispetto al semplice maxi-store di elettronica. Quanto basta per pagare dividendi da 52 centesimi ad azione , contro i 39 previsti dagli analisti.
Se poi la maggior parte dei lavoratori in queste ore è in ansia per il proprio cubicolo, ai piani alti c’è invece chi trova (o per meglio dire ritrova) lavoro. È il caso di Scott Moore, ex-responsabile dei contenuti del portale di Yahoo! che aveva abbandonato la nave lo scorso autunno e che ora è sul punto di rientrare alla base da dove era partito: Microsoft . Dopo aver spinto la qualità dei servizi dell’azienda di Sunnyvale ai vertici, tanto da rendere il portale viola il più visitato della rete, Moore si accinge a tornare a Seattle per fare lo stesso per BigM. Curiosamente , il suo posto a Yahoo! verrà preso da Jeff Dossett: colui che nel 2005 l’aveva sostituito alla guida di MSN.
Luca Annunziata