“Il dibattito sul copyright coinvolge spesso posizioni estreme, visioni rigide, argomenti basati sull’emotività. Ma abbiamo bisogno di riconoscere la complessità del problema, evitando dogmatismi in favore di un approccio pragmatico. Non si tratta di una questione filosofica, astratta. Dobbiamo invece considerare il suo contesto oltre che il suo tempo”. In un recente intervento nel corso dell’ultima edizione dell’ Intellectual Property and Innovation Summit a Bruxelles, il vice-presidente della Commissione Europea Neelie Kroes ha invocato una solida riforma delle attuali regole sul diritto d’autore , per proteggere al meglio l’intero settore creativo e al tempo stesso seguire il ritmo frenetico del cambiamento tecnologico nell’era digitale.
Introdotta nell’ordinamento comunitario nel lontano 2001, la Direttiva sul Copyright era il frutto di proposte legislative presentate tre anni prima. Nel 1998 “Mark Zuckerberg aveva appena 14 anni” come sottolineato da Kroes. Dunque non esistevano Facebook e YouTube , e “la maggior parte della gente ascoltava la musica in radio o sui CD”. Tra streaming e download, la tecnologia ha letteralmente stravolto le abitudini di consumo multimediale degli utenti.
Ma non si vive di solo entertainment digitale. Nel suo discorso a Bruxelles, Kroes ha sottolineato l’importanza di una riforma del copyright nel settore della ricerca medica. Perché “oggi le scoperte scientifiche non provengono soltanto da nuovi esperimenti o prove di laboratorio”. Come nei progetti sul genoma umano, le grandi scoperte possono ora provenire dalla manipolazione delle informazioni , dei dati nel campo della ricerca.
Dopo gli sforzi annunciati dalla World Intellectual Property Organisation (WIPO), anche l’Unione Europea farà la sua parte. “Abbiamo iniziato un percorso per stabilire se il copyright abbia bisogno di ulteriori modifiche – ha concluso Kroes – Per questo motivo cercheremo di capire come modificare la Direttiva del 2001”. Modifiche che potrebbero far parte della prossima strategia della Commissione d’Europa sulla proprietà intellettuale.
Mauro Vecchio