A conclusione di un anno che ha visto crescere in modo importante la quota dei pagamenti elettronici a dispetto di quelli in contanti (complice anche il Cashback di Stato) è stato annunciato quello che potremmo definire l’obbligo di POS nei negozi. L’imposizione prevede che i gestori delle attività non rifiutino ai clienti la possibilità di effettuare spese con carte di credito, di debito, bancomat o applicazioni. In caso di diniego, scatta la multa. Tutto rimandato al 2023, come anticipato poco prima di Natale e confermato nell’ultimo giorno del 2021 con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Recovery.
POS obbligatorio nei negozi dal prossimo anno
Commercianti ed esercenti hanno dunque dodici mesi di tempo per adeguarsi, così da non correre il rischio di andare incontro a sanzioni dal valore pari a 30 euro aumentate del 4% della cifra che il cliente avrebbe voluto corrispondere con un sistema elettronico. Cerchiamo di capirlo meglio con un paio di esempi concreti:
- 32 euro (30+2) per una spesa di 50 euro;
- 34 euro (30+4) per una spesa di 100 euro;
- 38 euro (30+8) per una spesa di 200 euro.
Ne saranno interessati tutti coloro che offrono prodotti o servizi al pubblico, dunque anche i professionisti (dai medici agli avvocati, dai tassisti agli idraulici). Ecco quanto si legge nel testo del decreto.
A decorrere dall’1 gennaio 2023, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento … da parte di un soggetto obbligato … si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4% cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
Non ha invece subito alcun ritardo la norma che prevede la possibilità di eseguire pagamenti in contanti solo fino a 1.000 euro, anch’essa destinata a contrastare la piaga dell’evasione che continua a gravare sulle risorse della collettività.