Il recente exploit degli ebook ha spinto anche uno degli autori italiani maggiormente legati alla carta a parlare del futuro dell’editoria: Umberto Eco si fa veggente e prevede ancora un futuro roseo per i libri cartacei, sempre di più e diffusi in tutto il mondo.
L’intervento dello scrittore non è, per la verità, un attacco alla tecnologia, ma semplicemente una testimonianza della longevità finora dimostrata dei volumi fisici e dell’importanza della memoria cartacea. Con un pizzico di sensazioni ed emozioni in più offerte dal supporto fisico rispetto al freddo digitale. Inoltre, sottolinea Eco, nei Paesi meno sviluppati sarà ancora preferibile un libro di carta ad uno elettronico per molti anni.
Proprio su questo ultimo punto sembra d’altronde discostarsi maggiormente da un altro intervento che in queste ore ha interessato il futuro della carta: Nicholas Negroponte, padre del progetto OLPC , si mette nei panni di Cassadra e annuncia la fine dei libri fisici nei prossimi cinque anni . La vista della tragica fine, tuttavia, significa per Negroponte solo l’inizio di una nuova vita, quella degli e-reader.
Come già la pellicola e le cassette, preannuncia, i volumi di carta sono destinati a rimanere vivi per una nicchia di persone, con la stragrande maggioranza che passerà a fruire dei libri in forma digitale. La prospettiva di Negroponte – d’altronde – si può rintracciare nella sua democratica visione di One Laptop per Child che intende, tramite il nuovo mezzo, rendere più accessibile la cultura, in particolare ai Paesi in via di sviluppo.
Claudio Tamburrino