Evolverà la tecnologia, XO rimarrà lo stesso ma il prezzo si abbasserà, consentendo una disseminazione universale del laptop solidale fra i bambini dei paesi emergenti. Questa la prospettiva che ha illustrato Nicholas Negroponte al meeting annuale della American Academy for the Advancement of Sciences ( AAAS ).
Cofondatore dell’impresa, Negroponte ha difeso a spada tratta il progetto OLPC: le critiche piovute su XO a seguito dei ritardi nella produzione , del doppio aumento dei prezzi del fu laptop da 100 dollari vengono smentite dai risultati conseguiti negli ultimi mesi. La produzione del laptop procede a ritmo sostenuto, se ne producono 110mila esemplari al mese , il prezzo della macchina è destinato a scendere.
Sarà proprio la leva del prezzo a garantire un’adozione massiccia di XO da parte dei paesi emergenti: “L’obiettivo era quello di offrire il laptop a 100 dollari, obiettivo che raggiungeremo entro il 2009”. Negroponte confida nella legge di Moore, intende cavalcarla in controtendenza rispetto alle aziende che operano sul mercato: “Un produttore di elettronica sa che nel giro di 18 mesi quel che produce ora gli costerà la metà”. Ma chi produce elettronica sa bene che quel che produce ora non interesserà al mercato dopo 18 mesi e concentra gli sforzi nel moltiplicare le funzioni e la potenza dei prodotti che offre, per conquistare il pubblico con dispositivi sempre più avanzati. “Un’obesità nell’industria dell’elettronica”, così ha definito la tendenza Negroponte, tracciando un paragone tra i laptop e i SUV: la potenza di quei motori serve a muovere automezzi colossali, non soltanto chi li guida.
A Negroponte non interessa dunque l’autopoiesi delle funzioni, non interessa una macchina potente e costosa: l’obiettivo di OLPC è quello di fornire ai paesi emergenti uno strumento semplice che consenta loro di affrancarsi dal digital divide, di innescare circoli virtuosi nell’ambito della formazione e nell’ambito dell’economia. E per questo basta quel che XO offre oggi: bassi consumi , resistenza, connettività wireless e poche semplici funzioni di base, tagliate su misura per coloro che per la prima volta hanno a che fare con un computer.
È così che entro il 2011 sarà possibile distribuire laptop solidali a un prezzo di 50 dollari , un obiettivo al quale punta anche Mary Lou Jepsen, ex CTO di OLPC, che recentemente si è imbarcata nell’avventura di Pixel Qi , azienda che, oltre a continuare a cooperare con OLPC, sta concentrando i propri sforzi nello sviluppo di prodotti studiati per le persone che si affacciano ora sulla società dell’informazione. Fra i traguardi per il prossimo futuro, il laptop da 75 dollari .
A parere di Jepsen, tagliare sui costi al pubblico è un obiettivo raggiungibile: il prezzo delle componenti continua a calare, diverse aziende stanno lavorando a processori da 10 dollari. I tempi tecnici perché si possa iniziare a distribuire laptop da 75 dollari sono abbastanza brevi: il progetto OLPC sta aiutando ad abbattere la barriera di diffidenza dei produttori nei confronti di questa categoria di macchine, ora non resta che produrre le componenti ed assemblarle. Nel 2010 il laptop solidale di Pixel Qi potrebbe fare la propria comparsa sul mercato. Anche se l’azienda di Jepsen decidesse di posizionarsi in concorrenza con OLPC, Negroponte pare non avrebbe nulla da ridire: al di là della alleanze che il luminare del MIT medita di stringere, l’obiettivo della sua iniziativa è principalmente quello di spingere altri attori a operare per i paesi emergenti, a sviluppare prodotti che contribuiscano ad abbattere il digital divide.
Gaia Bottà