Neil Armstrong , leggendario viandante dello spazio, si è spento a Cincinnati (Ohio) a più di 40 anni dallo storico sbarco sul suolo lunare. 82 anni, l’ex-pilota collaudatore della NASA è deceduto per le fatali complicazioni in seguito ad un intervento chirurgico al cuore .
Poche le apparizioni pubbliche di Armstrong da quell’estate del 1969 , quando il fiato del mondo restava sospeso per l’impresa a stelle e strisce del “primo uomo sulla Luna”. Era toccato al Presidente JFK il compito di riassumere il senso ultimo di quella sfida: “Non abbiamo deciso di andare sulla Luna perché è facile, ma perché è difficile”.
A 25 anni dall’impresa portata a termine dal Progetto Apollo, Armstrong aveva incoraggiato l’umanità ad andare oltre, alla continua caccia di “idee nascoste”. Il viandante Neil si è spento mentre Curiosity inizia la sua passeggiata sul suolo di Marte.
Personaggio schivo e tranquillo, Armstrong preferiva il “bilancio del nostro lavoro quotidiano” ai brevi fuochi d’artificio. All’indomani della sua triste morte – nel tentativo di liberare quattro arterie coronariche – l’attuale Presidente Barack Obama ha parlato di “un eroe americano, un eroe dell’intera umanità”.
Purtroppo per Armstrong, la sua vita verrà celebrata per quell’etichetta del primo essere umano sulla Luna. Il fuoco d’artificio prevale sul bilancio del lavoro quotidiano. Con tanto di medaglia d’oro offerta dal Congresso di Washington nell’estate 2009 , a 40 anni esatti dallo sbarco che infiammò i sentimenti di una nazione intera.
Ora resta il toccante invito dei suoi familiari: “Per coloro che potrebbero chiedere cosa fare per onorare Neil, abbiamo una richiesta semplice. Onorate il suo esempio di servizio, successo e modestia, e la prossima volta che passeggiate all’aperto in una notte limpida e vedete la Luna che vi sorride, pensate a Neil Armstrong e fategli una strizzatina d’occhio”.
Mauro Vecchio