Nel mirino i bracciali del controllo

Nel mirino i bracciali del controllo

Il sindacato inglese GMB ha inoltrato un appello alla UE affinché metta al bando le tecnologie utilizzate in UK per tenere sotto controllo gli impiegati dei grandi supermercati
Il sindacato inglese GMB ha inoltrato un appello alla UE affinché metta al bando le tecnologie utilizzate in UK per tenere sotto controllo gli impiegati dei grandi supermercati


Londra – “Stop ai braccialetti elettronici che eliminano la privacy e la libertà dei lavoratori”: questo l’appello lanciato all’Unione Europea dai sindacalisti dell’ Unione GMB , vicini al partito laburista di Tony Blair. Il sindacato accusa l’Unione Europea di essere ottusamente miope riguardo ai grandi rischi legati alla diffusione dei dispositivi a radiofrequenza per il controllo dei dipendenti, introdotti dalle maggiori catene di supermercati del Regno Unito.

I vertici del sindacato hanno inoltrato un dossier alla Commissione Europea per fare chiarezza sullo status di centinaia di lavoratori britannici: i cosiddetti bracciali di controllo priverebbero i lavoratori della loro personalità. Dal rilevamento degli spostamenti alla registrazione dei tempi di permanenza in certe aree di uffici e locali, molte sono le possibilità applicative che inquietano i lavoratori. Paul Kenny, segretario della GMB, è convinto che “la UE sta snobbando i problemi legati all’uso improprio di queste nuove tecnologie basate su radiofrequenze e ricevitori GPS, in grado di invadere pesantemente la privacy dei lavoratori europei”.

Il timore diffuso è che questi braccialetti possano presto diventare uno standard per l’iper-razionalizzazione di qualsiasi catena distributiva ed industriale. “La diffusione dei bracciali elettronici”, come sostengono gli ideatori di questi piccoli computer da polso, prodotti da Xybernaut , “costituisce indubbiamente un grande passo in avanti per la produttività aziendale”. Tuttavia il rovescio della medaglia è un enorme prezzo da pagare: come suggerisce Kenny, la posta in gioco è la sostanziale riduzione del lavoratore ad un drone , un burattino nelle mani dei superiori.

La Commissione Europea ha reso noto di avere già programmato una discussione approfondita riguardo questa delicatissima questione che, se sottovalutata, rischia effettivamente di creare disordini . “Nessuno è stato interpellato prima dell’introduzione di questi bracciali”, tuonano i responsabili di GMB – che già minacciano scioperi in tutto il paese. L’esplosione delle tecnologie traccianti rischia di innescare una bufera di polemiche.

Nel frattempo, dall’altra parte dell’Atlantico, c’è chi abbraccia senza remore quello che alcuni cristiani chiamano “marchio della bestia” e decide di ricevere spontaneamente un chip sottopelle ad emissione di radiofrequenze. Per una volta non si tratta di un singolare ricercatore o di un eccentrico discotecaro : stavolta è il caso di Tommy Thompson , ex governatore del Wisconsin e segretario per il dipartimento della salute degli Stati Uniti durante il primo governo Bush.

Il politico si è fatto impiantare di sua spontanea volontà un VeriChip , in modo da “festeggiare” in maniera insolita la sua promozione nel consiglio direttivo della Applied Digital , l’azienda che sviluppa questa tecnologia ipodermica. “Il chip è sicuro e non ha nessuna controindicazione”, dichiara Thompson con soddisfazione.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
21 lug 2005
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