In base a una ricerca condotta da SecurEnvoy , società che si occupa di telefonia mobile, è in aumento la nomofobia : la paura di restare senza cellulare.
Lo studio , condotto su mille cittadini britannici, ha evidenziato che circa il 66 per cento degli intervistati ha paura di perdere o di separarsi dal proprio cellulare . Secondo una ricerca analoga di quattro anni fa i dipendenti dal cellulare erano il 53 per cento.
SecurEnvoy ha inoltre rilevato che più si è giovani, più c’è il rischio di essere afflitti da nomofobia: il 77 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha rivelato di riuscire a separarsi dal proprio cellulare solo per pochi minuti. Tale percentuale diminuisce (anche se rimane comunque alta, il 68 per cento) nei giovani tra i 24 e i 34 anni. In media, una persona affetta da nomofobia può arrivare a controllare il cellulare anche 35 volte al giorno .
Le donne hanno maggiore timore nel separarsi dal proprio cellulare rispetto agli uomini (70 per cento contro il 61 per cento), mentre gli uomini hanno più probabilità di possedere due telefoni (47 per cento contro il 36). Infine, il 75 per cento del campione usa il cellulare in bagno, come se fosse l’equivalente di un giornale.
La ricerca cita il caso di una donna, affetta da nomofobia, che intrattiene conversazioni con il figlio di dieci anni quasi esclusivamente per telefono o su Facebook. “I cellulari sono strumenti che dovrebbero essere usati per migliorare le nostre vite – ha affermato lo psicologo Mitch Spero – non per distruggere la nostra abilità di comunicazione interpersonale con le persone che amiamo”.
La questione si fa più complicata se si ha a che fare con gli smartphone. Un sondaggio effettuato lo scorso anno dalla società TeleNav rilevò che il 40 per cento di chi possedeva un iPhone preferiva rinunciare a lavarsi i denti per una settimana piuttosto che uscire senza il proprio telefono.
A dimostrare l’enorme diffusione dei cellulari intelligenti arriva una ricerca di Nielsen che dimostra che negli Stati Uniti il 50,4 per cento degli abbonati a servizi mobile possiede uno smartphone (nel dicembre 2011 erano il 47,8 per cento). Quasi la metà , il 48,5 per cento, utilizza come sistema operativo Android , il 32 per cento ha iOS di Apple e l’11,6 per cento possiede un BlackBerry. Due giovani su tre tra i 25 e i 34 anni hanno uno smartphone e le donne utilizzano di più degli uomini questi cellulari avanzati (50,9 per cento contro il 50,1 per cento).
Insomma, il cellulare, sopratutto se intelligente, è davvero ovunque. La ricerca SecurEnvoy dice poco sulle cause dei disturbi d’ansia e si limita a certificare il ruolo preponderante che questi terminali svolgono nella vita quotidiana.
Gabriella Tesoro