Nella PA tanti siti, ma inutili

Nella PA tanti siti, ma inutili

Gli enti locali hanno quasi tutti un proprio sito che però offre poco o nulla. Per non parlare dell'interazione con i cittadini: pochi forum, motori di ricerca sconosciuti. Ma tutti quei siti li ha pagati e li paga il contribuente
Gli enti locali hanno quasi tutti un proprio sito che però offre poco o nulla. Per non parlare dell'interazione con i cittadini: pochi forum, motori di ricerca sconosciuti. Ma tutti quei siti li ha pagati e li paga il contribuente


Roma – Desolante il rapporto presentato nelle scorse ore sui siti internet degli enti locali. Secondo lo studio condotto dal Formez e dal Censis in collaborazione con il dipartimento della Funzione Pubblica, infatti, gli enti locali italiani dispongono quasi tutti di un proprio sito. Peccato che siano siti poco utili.

Secondo la settima edizione del rapporto RUR (Rete Urbana delle Rappresenanze), la gran parte dei siti non offre un accesso vero alle attività dell’ente o a servizi per agevolare il cittadino.

Andando alle cifre si scopre che negli ultimi due anni i comuni con più di 5mila abitanti dotati di sito internet dedicato sono passati dal 46,3 per cento al 68,5 per cento. Pur rimanendo la sorpresa sul fatto che più del 30 per cento dei comuni di quelle dimensioni non dispone di un sito, va notata una crescita che gli esperti giudicano sostanziale. Ma sono siti perlopiù “fatti male”.

I dati affermano che solo il 49 per cento dei siti dei comuni capolouogo dispone di un motore di ricerca sui materiali archiviati. Una percentuale che scende addirittura al 14,4 per cento se si considerano tutti i comuni indipendentemente dalla dimensione. Il tutto è aggravato, secondo il rapporto, dalle infrastrutture insufficienti e dalla poca banda, che rende lenti o lentissimi numerosi siti delle istituzioni locali.

Altre cifre rendono il quadro ancora più desolante. Solo il 5 per cento delle province, due regioni e il 9 per cento dei comuni capoluogo offre online i documenti relativi alla propria attività… Se poi si guarda all’interazione, emerge che forum di discussione aperti alle opinioni dei cittadini sono presenti solo sul 20 per cento dei comuni capoluogo e sul 17 per cento dei siti delle province.

Dinanzi a dati così appare inevitabile chiedersi non tanto chi abbia ordinato di realizzare tali siti ma se chi lo ha fatto sia cosciente della spesa rappresentata per i contribuenti…

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Pubblicato il
25 feb 2003
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