Il volo spaziale, quello durante il quale astronauti e cosmonauti arrivano a camminare “tra le stelle” e a inquadrare in un solo sguardo tutta la Terra, provoca danni alla vista e al cervello.
A dirlo sono le prove raccolte in uno studio condotto tramite risonanze magnetiche sugli occhi e i cervelli di 27 astronauti che hanno passato almeno 108 giorni nello spazio , su uno shuttle NASA e/o sull’ International Space Station ( ISS ): sono stati individuate anomalie ottiche simili a quelle riscontrate in pazienti con ipertensione intracranica , una condizione potenzialmente grave in cui vi è un anomalo aumento della pressione all’interno della testa.
Nove su 27, in particolare, hanno mostrato un’espansione dello spazio fluido cerebrospinale che circonda il nervo ottico, sei un appiattimento della parte posteriore del bulbo oculare, 15 un rigonfiamento del nervo ottico, e, infine, tre mostravano cambiamenti nella ghiandola pituitaria e la sua connessione al cervello.
Non solo ossa e muscoli, dunque, sono soggetti a rischi conseguenti alla prolungata permanenza nello spazio, che dimostra di avere un diverso inpatto sul corpo umano: perdita ossea minerale e atrofia muscolare sono le conseguenze individuate per prime, ma la NASA promette di mantenere la massima attenzione possibile a tutte le altre potenziali conseguenze per la salute degli astronauti.
Claudio Tamburrion