Non tutte le ciambelle della nuova finanza innovativa riescono col buco. Volt, nome che si era fatto notare soprattutto in Australia per la propria formula bancaria solo-online, ha già infatti chiuso la propria parabola ed ha annunciato che chiuderà immediatamente i battenti.
Secondo quanto appreso, non vi sarebbero danni previsti per i risparmiatori: l’intero capitale, nonché gli interessi maturati fino al giorno dell’annuncio, saranno rimborsati. La richiesta di rimborso dovrà essere portata avanti entro il 5 luglio, così da poter immediatamente trasferire il proprio capitale presso un istituto bancario differente.
Non solo le casse di Volt saranno così immediatamente svuotate (il capitale che sarà movimentato nel giro di pochi giorni sarà di alcune decine di milioni di dollari), ma il gruppo restituirà anche la licenza bancaria per poter operare e cesserà definitivamente di esistere. La promessa iniziale era di dar vita ad un meccanismo più smart, più efficiente, più veloce: una alternativa vera al sistema bancario tradizionale, sul quale costruire un rapporto migliore con i clienti. In Italia proposte simili giungono da SelfyConto, Banca Sella, Hype o simili: un panorama che si sta ampliando, che trova sempre più attori pronti a calibrare nuove offerte e che si accompagna ad una pulsione innovativa che l’intero mondo finanziario sta subendo.
Quanto successo in Australia è un duro colpo per un brand nato con grandi ambizioni, ma spentosi al cospetto di risultati che non sono andati nella direzione auspicata. L’incremento dei tassi di interesse potrebbe mettere inattesa pressione su realtà di questo tipo e potrebbero aver avuto un impatto decisivo già sul fragile equilibrio di Volt: le novità spesso possono irrompere con la forza del nuovo, ma senza l’armatura di un progetto resiliente rischiano di cadere al primo sussulto.