Roma – Chi pensava che la gogna fosse un barbaro strumento per adempiere al medievale costume di esporre al pubblico ludibrio chi si macchiava di furti ed efferati delitti, dovrà rivedere le proprie convinzioni. Tra pochi mesi in Indiana sarà infatti attivato un sito pensato per esporre nomi, cognomi, indirizzi e quant’altro di chi viene riconosciuto come evasore fiscale . Verrà anche pubblicato l’ammontare del debito con l’erario di ciascun soggetto, singoli o aziende, che non hanno pagato il dovuto.
La possibilità di finire su internet, mettendo in questo modo a repentaglio la propria reputazione e credibilità, per aziende e altre organizzazioni dovrebbe rappresentare uno stimolo potente a pagare il dovuto al Fisco. Se ciò accadrà prima del prossimo luglio i loro dati non saranno pubblicati online.
La cosa funziona, già si sa. Da tre anni il Minnesota ha varato la sua DelinqNet , abbreviazione che sta per “Lista pubblica di contribuenti criminali”, una definizione apparentemente contraddittoria che si deve al fatto che nella lista vengono inseriti non solo coloro che non pagano le tasse ma anche i contribuenti che non le pagano tutte. Con la pubblicazione di DelinqNet, informano i giornali locali, l’erario del Minnesota ha visto crescere le proprie entrate di molti milioni di dollari. Non c’è dubbio, dunque, funzionerà anche in Indiana e negli altri stati americani che si stanno attrezzando.
Perché quei nomi e quelle aziende siano pubblicate online, va da sé, le autorità devono prima conoscerne l’identità . Ciò significa che nella lista pubblica non finiscono gli evasori più abili ma soltanto quelli che, secondo le autorità dei diversi stati, non sono sufficientemente puniti dalle normative contro l’evasione: in quanto evasori riconosciuti parrebbe dunque che l’unico modo per far loro sborsare il dovuto sia minacciarli di distruggere la loro reputazione.
La Gogna del Fisco , dunque, non è uno strumento di segnalazione ma è concepito esplicitamente come deterrente . Mal si concilia, dunque, con le altre gogne che in molti degli stati USA hanno da tempo preso piede, quelle che espongono i dati, spesso conditi da fotografie oltreché nomi, indirizzi e quant’altro, di chi è stato condannato per reati di natura sessuale.
Le Gogne della Violenza in quel caso sfruttano internet a posteriori . Il danno è già fatto, perché l’abuso o la violenza è già stata compiuta. Chi ha commesso il reato già ha pagato il fio in galera, spesso per molti anni. In quel caso dunque la Gogna è concepita come un avvertimento per chi abita nelle vicinanze dei condannati, affinché sappiano con chi hanno a che fare. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha già stabilito che la pubblicazione di quei dati è legittima e non rappresenta una condanna accessoria non prevista dal tribunale che ha a suo tempo sbattuto in carcere queste persone. Ma già molto si è detto sull’argomento e sulle possibilità alternative che avrebbero gli interessati per conoscere l’identità dei condannati per reati sessuali nella loro regione.
Ciò che conta, però, è che dal proliferare delle Gogne, e dal diversificarsi delle loro ragioni d’essere, emerge con chiarezza che sono potenzialmente molte le tipologie di esposizione di dati personali su internet che possano avere di volta in volta effetti deterrenti o effetti preventivi . Perché, per esempio, non pubblicare tutti i dati di chi è stato condannato per il furto di un’automobile? O quelli di chi è finito in carcere per aver scippato qualcuno?
La strada intrapresa assomiglia decisamente ad una via senza ritorno . Non serve nemmeno che a decidere della pubblicazione dei propri dati online sia una sentenza, perché l’iniziativa la prendono direttamente gli sceriffi di mezza America senza che alcuno batta ciglio. Quando domani verranno esposti al pubblico ludibrio anche tutti coloro che non pagano l’affitto o i debiti dal fornaio chi mai, tra coloro che oggi tacciono, potrà ritenersi nel diritto di opporsi?
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