Roma – Vietato criticare Steve Jobs, CEO di Apple ed attuale figura di spicco del mondo dell’IT? Questa è l’impressione che hanno molti in queste ore, perché la Mela ha dato vita ad una singolarissima campagna che in tanti hanno accolto come un atto di censura e che ha gettato nuove ombre sulla considerazione che si nutre a Cupertino per la libertà di espressione.
I vertici del marketing di Apple hanno deciso di rimuovere dai propri negozi tutti i libri pubblicati dalla Wiley & Sons , casa editrice specializzata in guide e manuali per gli utenti Mac. Il casus belli è la pubblicazione di un libro sugli affari personali del CEO di Apple, scritto da Jeffrey Young e William Simon.
Il libro, Icon Steve Jobs: the greatest second act in the history of business , è una panoramica sulle ultime vicende che hanno visto brillare Jobs alla direzione del colosso informatico. Nonostante Young avesse già scritto una biografia di Jobs negli anni ottanta, alla Apple tuonano: si tratta di un’opera non autorizzata dal capo della Mela.
La ritorsione operata da Cupertino, dichiarano fonti ufficiali, è avvenuta per motivi di “insoddisfazione” riguardo a rivelazioni di “particolari privati sulla vita del CEO”. L’autore del libro proibito è rimasto sconcertato: la biografia è solamente la storia dell’ascesa del businessman, dice, accompagnata da aneddoti sulla vita familiare e da qualche critica.
L’editore Wiley & Sons non nasconde perplessità ma al tempo stesso si dice soddisfatto perché “le vendite tramite i negozi Apple rappresentano solo una minima parte dei nostri affari”. Non è d?altra parte la prima volta che Apple ricorre a questo genere di ritorsione, come accaduto con penne del calibro di David Pogue , editorialista del New York Times, nonchè Andy Ihnatko e Bob Levitus del noto The Mac Observer . Quel che è certo è che la scelta di Apple darà una visibilità amplissima al libro che altrimenti non avrebbe probabilmente conosciuto.
Tommaso Lombardi