Stando a quanto sostengono i ricercatori di ABI Research , la videocamera di sicurezza commercializzata da Nest (Nest Cam) consuma troppa energia elettrica anche quando è spenta; il rischio, avvertono gli esperti, è che la sorveglianza cloud continui indipendentemente dalla volontà o dai desideri degli utenti.
ABI Research ha misurato i consumi di Nest Cam nelle varie modalità di funzionamento disponibili, con picchi minimi di 322 mA (registrazione video in 360p) e massimi da 418 mA (720p); una volta “spenta”, invece, la videocamera continua a consumare 343 mA.
Si tratta di livelli energetici eccessivi per un dispositivo non in linea, dicono i ricercatori, visto che in genere un gadget elettronico in modalità standby o spento riduce il consumo di elettricità da 10 a 100 volte rispetto a quando è in piena modalità operativa.
“Il dispositivo funziona ancora” anche quando è spento, avvertono da ABI Research, e il fatto potrebbe rappresentare una potenziale violazione della privacy degli utenti . In ogni caso, si tratta di un comportamento destinato a suscitare polemiche soprattutto oggi, in piena epoca post-Datagate.
Anche per questo, per provare a far sgonfiare le polemiche sulla videocamera che “registra anche quando è spenta”, Nest è intervenuta ufficialmente negando con fermezza i rischi di violazione della privacy: quando Nest Cam viene spenta, dice la società di proprietà di Google/Alphabet, il flusso video dalla videocamera ai server cloud di Mountain View si interrompe. E i consumi energetici eccessivi? Quella è una “funzionalità” voluta e pensata per velocizzare l’accensione del dispositivo.
Alfonso Maruccia