Smart speaker, smart speaker ovunque. È il trend del momento: trasformare in un apparecchio intelligente per l’interazione vocale un qualsiasi device presente in casa, così da poter impartire comandi a un’entità virtuale utilizzando solo la propria voce. Anche Nest Secure, lo starter pack proposto dal brand di Mountain View per la sicurezza dell’abitazione, si arricchisce di questa funzionalità, sfruttando l’altoparlante e il microfono integrati in Nest Guard per la comunicazione bidirezionale con l’Assistente Google. Un momento, il dispositivo non dispone di un microfono. Oppure sì?
Nest Secure ha un microfono
La risposta è sì: Nest Guard integra un microfono, ma dalla presentazione del 2017 ad oggi non era mai stato reso noto. Sono dunque più che giustificati i dubbi sollevati da coloro che già hanno acquistato il prodotto installandolo all’interno del proprio spazio domestico, preoccupati ora per comprensibili questioni legate alla privacy. La scheda del dispositivo con le specifiche tecniche presente sul sito ufficiale non l’ha mai menzionato, limitandosi a elencare le altre caratteristiche riguardanti il tastierino fisico per la disattivazione dell’allarme, il sensore di movimento, la possibilità di fungere da keypad e l’interazione da remoto con l’applicazione mobile. Lo stesso vale per il materiale informativo presente all’interno della confezione all’atto dell’acquisto.
Per Google non era un segreto
Perché è dunque stata mantenuta nascosta la presenza di questa componente, potenzialmente in grado di captare tutto ciò che viene detto e che accade nell’ambiente circostante? La risposta giunge direttamente da Google, con una breve dichiarazione affidata alle pagine del sito Business Insider che riportiamo di seguito in forma tradotta: si è trattato di un errore.
Il microfono presente nel dispositivo non è mai stato inteso come un segreto e avrebbe dovuto essere elencato tra le specifiche tecniche. Si è trattato di un errore da parte nostra.
Da bigG arriva inoltre la rassicurazione sul fatto che il microfono non viene mai attivato se non in seguito a un comando specifico da parte dell’utente. Il gruppo di Mountain View specifica poi che la componente è stata inclusa in fase di progettazione così da poter aggiungere al prodotto nuove feature di sicurezza anche post-lancio, ad esempio la capacità di individuare eventi e anomalie come la rottura di un vetro.
Smart home: timori e sicurezza
La vicenda costituisce un ennesimo spunto di riflessione utile per comprendere come l’ecosistema smart home (per stessa ammissione dei suoi protagonisti) abbia necessità di garanzie relative alla sicurezza ancor prima che di funzionalità inedite e innovative. Nel caso specifico di Nest Secure e della componente Guard non ci sono violazioni né abusi da segnalare, ma quanto accaduto rende l’idea di come gli utenti, spinti dal desiderio di conferire al proprio spazio domestico una connotazione smart e hi-tech, rischino potenzialmente talvolta di esporre se stessi e i loro dati.