Se il Partito Repubblicano e la Casa Bianca si aspettavano di vincere la partita sulla net neutrality senza particolari fatiche, si sbagliavano di grosso: la decisione della Federal Communications Commission (FCC) di cancellare le norme pro-net neutrality sponsorizzate dall’Amministrazione Obama ha scatenato una reazione senza precedenti, e ora quella reazione è stata incanalata in un singolo procedimento da svolgersi presso la corte di appello federale della California.
Subito dopo la pubblicazione dell’ordine di Ajit Pai, nuovo presidente della FCC voluto da Donald Trump, diverse organizzazioni, aziende di rete e procuratori dei singoli stati USA si erano mossi per ripristinare – tra le altre cose – il “Titolo II”, vale a dire la riclassificazione degli ISP come utility pubbliche.
Le dodici cause legali fin qui mosse contro la FCC di Ajit Pai contano promotori del calibro di Mozilla , Vimeo, Public Knowledge, Free Press, ben 21 attorney general di altrettanti stati americani e altri. Tutte quelle cause saranno ora trattate come una sola, mentre la Internet Association – lobby comprendente Amazon, Google, Facebook, Netflix e molti altri – interverrà in supporto del ripristino del titolo II.
Non sono al momento noti i tempi in cui la nuova mega-causa verrà celebrata nella corte californiana, di certo i problemi per la nuova FCC potrebbero persino aumentare: l’ordine di Pai è stato pubblicati nel Registro Federale – la Gazzetta Ufficiale americana – il 22 febbraio, e chi lo desiderasse ha a disposizione 60 giorni da quella data per avviare nuove cause contro la decisione dell’agenzia.
Alfonso Maruccia