La Federal Communications Commission (FCC) ha scritto a AT&T, Comcast e T-Mobile per convocarle ad un incontro per studiare situazioni che rischiano di rappresentare violazioni dei nuovi principi della net neutrality recentemente approvati negli Stati Uniti.
Ormai nove mesi fa , la Commissione federale ha presentato il documento contenente le nuove regole per delineare la net neutrality negli Stati Uniti, regole entrate poi in vigore a giugno : nonostante i mesi di trattative e scontri estenuanti, le polemiche sono proseguite anche dopo la loro approvazione e l’opposizione non si è placata. In particolare i service provider hanno cercato in tutti i modi di combattere la nuova normativa volta a tutelare la neutralità della Rete negli Stati Uniti, anche provando a far ricorso presso la Corte d’Appello e chiedendone la sospensione.
Da ultimo, invece, sembra che stiano semplicemente aggirando o interpretando a loro favore la normativa con offerte che potrebbero a prima vista essere considerate positive.
La questione ruota intorno al concetto di zero rating, in base al quale le compagnie offrono ai propri utenti eccezioni ai limiti di traffico se si naviga su determinate piattaforme o ritagliate su certi tipi di contenuti : T-Mobile prevede per esempio un’opzione con lo streaming Netflix e HBO che non conta sul traffico mensile consumato, Comcast ha lanciato una sua Strem TV con tariffe preferenziali di abbonamento e AT&T sta facendo pagare determinati tipi di traffici agli inserzionisti invece che ai clienti.
A tali piani di abbonamenti si aggiunge il problema rappresentato da decisioni come quella di Comcast, che ex post ha aggiunto un nuovo limite al traffico dei propri utenti.
Anche se le nuove regole sulla neutralità della rete non parlano esplicitamente di offerte basate sulle eccezioni al data cap (soglie di consumo di dati) o di zero rating, che rappresentano incentivi rispetto a determinati contenuti e non veri e propri blocchi ovvero canali preferenziali, FCC su tali opzioni scrive che potrebbero favorire alcuni tipi di fornitori di contenuti rispetto agli altri che finiscono invece per pesare in maniera esclusiva sul limite di dati a disposizione dell’utente. In quanto tali potrebbero dunque essere in violazione del principio generale previsto dalla FCC per l’Open Internet, ovvero la proibizione di discriminazioni non giustificate in base al contenuto.
Per tale ragione la Commissione – che tuttavia specifica attraverso il suo Chairman Tom Wheeler, che “non si tratta di un’investigazione” ma solo di un modo per rimanere informati sulle pratiche commerciali adottate dagli operatori del settore – chiede maggiori dettagli circa tali opzioni e sulle modalità tecniche di implementazione.
FCC ha convocato AT&T, Comcast e T-Mobile per il 15 gennaio .
Claudio Tamburrino