I giganti di Internet chiedono all’Unione Europea di evitare qualsiasi forma di restrizione all’accesso alla rete. E lo fanno a partire dai dati. Secondo una survey appena pubblicata, infatti, nove utenti internet su dieci sono contrari all’imposizione di filtri o alla discriminazione dei dati da parte degli ISP. Il tutto mentre a Bruxelles proseguono le discussioni sul “Pacchetto Telecom”.
Il gruppo di aziende, tra le quali figurano colossi del calibro di Google, Yahoo, eBay e Skype, non usa mezzi termini nel formulare il proprio appello. “Dare ai cittadini europei la possibilità di accedere e distribuire liberamente i contenuti, i servizi e le informazioni di loro scelta – si legge in un comunicato congiunto – è centrale per mantenere e incoraggiare l’innovazione che ha reso famosa la rete internet”.
Obiettivo della loro azione è il cosiddetto Pachetto Telecom , l’insieme di misure attualmente in discussione presso il Parlamento Europeo. Il timore espresso da Google e i suoi fratelli è che il Pacchetto Telecom, fatto oggetto di molte modifiche ed altrettante polemiche possa incoraggiare il filtraggio del traffico internet da parte degli ISP, chiudendo definitivamente il discorso sulla neutralità della rete.
Per supportare la propria posizione, il gruppo ha commissionato alla società di ricerca olandese Synovate una survey (disponibile qui ) sulle attitudini dei surfer europei nei confronti delle pratiche di filtraggio. E i risultati appaiono piuttosto eloquenti: il 91% degli intervistati si è dichiarato contrario alla possibilità che gli ISP limitino o blocchino l’accesso a dati contenuti o servizi, e una percentuale analoga chiede il mantenimento di policy che non discriminino alcun tipo di servizio rispetto agli altri. “Appare chiaro – ha detto a WebProNews Nigel Jackson, a capo di Synovate – come i consumatori ritengano di avere diritto ad un accesso privo di restrizioni a tutti i siti ed i servizi legali presenti online. Non vogliono che i loro accessi siano bloccati o limitati”.
Tuttavia, sottolinea Jackson parlando al magazine francese PC INpact , lo studio documenta anche l’esistenza di una scarsa consapevolezza pubblica rispetto alle politiche di filtraggio. “Molti consumatori – spiega al giornale transalpino – non sanno che i loro fornitori hanno già oggi la possibilità di limitare l’accesso a dati tipi di servizi e contenuti”.
A fronte di queste evidenze, i committenti dello studio chiedono all’Unione Europea di tutelare al massimo i cittadini e gli stessi stati. “I legislatori europei dovrebbero assicurarsi che le autorità nazionali abbiano tutto il potere di cui necessitano, per intervenire nei casi in cui i filtraggi da parte delle società di telecomunicazione configurano comportamenti non necessari, discriminatori o anticompetitivi”.
Secondo PC INpact , che cita fonti anonime all’interno delle istituzioni comunitarie, “molte cose saranno decise nel corso della settimana corrente, all’interno del Comitato dei Rappresentanti Permanenti e delle discussioni multilaterali” che si svolgeranno a latere di essi.
Quello della neutralità della rete è uno dei temi più dibattuti nel presente della Rete. Da una parte i provider che, pressati dall’industria dei contenuti, sempre più spesso propongono (e praticano ) politiche di filtraggio del traffico, allo scopo dichiarato di ottimizzare l’esperienza degli utenti a fronte di flussi di dati sempre maggiori. Dall’altra i tanti utenti internet che vedono nelle pratiche di network management un colpo ferale per la libertà in rete.
Giovanni Arata