Ajit Pai ha già espresso da tempo la propria contrarietà alle nuove regole della net neutrality decise dalla Federal Communication Commission (FCC) dell’era Obama, e ora che il repubblicano è stato nominato presidente della commissione da Donald Trump sono partiti i colloqui con i rappresentanti dell’industria per la sua “rivoluzione.” Ma c’è un’industria che non ne vuole proprio sapere, di supportare la nuova guerra alla neutralità della rete.
Le regole volute da Barack Obama – e supportate dal precedente presidente della FCC, Tom Wheeler – sono già state impallinate al Senato americano durante il mese scorso, e ora per i netizen a stelle e strisce si prospetta la possibilità (tra le altre cose) che i provider decidano di vendere i loro dati personali ai pubblicitari senza nemmeno chiedere il permesso.
Questa settimana Pai ha tenuto un meeting con i rappresentanti di Internet Association (IA), organizzazione di categoria dei colossi telematici che parla a nome di aziende del calibro di Amazon, eBay, Facebook, Google, Microsoft, Netflix, PayPal, Reddit, Spotify e molti altri. La “lobby” ha dunque fatto sapere al presidente di FCC di essere pronta a difendere “vigorosamente” le regole della net neutrality decise quando alla Casa Bianca c’era ancora Obama.
La neutralità della rete rappresenta uno dei cardini della Internet open, ha spiegato Internet Association , mentre l’intera industria del Web è “uniforme” nella sua decisione di preservare tale openness con tutti i vantaggi che la cosa comporta per l’esperienza utente, la concorrenza, l’innovazione dei servizi online e tutto quanto. Inoltre, dicono ancora i colossi della Rete, le prime ricerche preliminari sugli effetti della net neutrality per l’accesso broadband a Internet non hanno rivelato la presenza di effetti negativi .
La potente lobby dei provider non ha di che lamentarsi, sostengono insomma i giganti del Web, e di certo non ha alcuna giustificazione razionale – al di là della semplice ricerca del profitto a tutti i costi – per promuovere la “morte” della Rete open con banda prioritaria a pagamento, advertising “iniettato” nei browser degli utenti e altre iniziative del genere.
La lobby dell’industria telematica si prepara dunque a uno scontro frontale con il nuovo corso alla FCC, e in questa battaglia avrà tra i suoi alleati anche associazioni di attivisti come Free Press: l’organizzazione ha espresso la stessa difesa incondizionata dei valori della Internet open incarnati dalla net neutrality di Obama, esortando gli utenti a far sentire la propria voce con amici, famiglie (on-line e non) ma anche con i rappresentanti eletti a Capitol Hill che al momento sono impegnati nei meeting dei distretti di loro competenza.
Alfonso Maruccia