Pochi principi basilari servono a garantire la net neutrality: essi sono ben delineati dalle regole descritte dalla Federal Communication Commission (FCC) statunitense, il cui lavoro dovrebbe essere tratto come esempio dalle istituzioni europee. A dichiararlo è la commissione del Ministero dello Sviluppo Economico, a cui hanno collaborato gratuitamente – tra gli altri – Lucia Annunziata, direttore dell’Huffington Post Italia, Fabio Bassan dell’Università di Roma Tre, il Presidente Agcom Angelo Cardani, Maurizio Dècina del Politecnico di Milano, Juan Carlos De Martin del Nexa Center del Politecnico di Torino, Guido Scorza e l’allora direttore di Wired Massimo Russo, istituita con l’obiettivo di approfondire la questione della neutralità della Rete e studiare quanto fatto per esempio negli Stati Uniti per adottarne i principi a livello normativo.
A volere tale Commissione, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che per parlare di tali argomenti già a novembre si era recato a Washington. Proprio in quel periodo Obama aveva iniziato a delineare la riforma del quadro normativo e regolatorio della FCC, con le nuove linee strategiche di governo del traffico Internet che si sono concretizzate con l’Open Internet Order; ed è a questo, secondo la Commissione italiana, che bisognerebbe fare ora riferimento, dal momento che, pur riconoscendo le “differenze di impianto giuridico tra il sistema europeo e quello statunitense”, rappresenta un punto di equilibrio molto avanzato ed utile per l’attuale dibattito europeo.
Il discorso, d’altra parte, verrà affrontato a livello europeo nel corso del prossimo Consiglio sulle Tlc che si terrà domani e che vedrà il sottosegretario Giacomelli prendere la parola per illustrare la proposta italiana per sbloccare l’attuale situazione di stallo: anzi, secondo le ultime indiscrezioni relative ai dibattiti su roaming e net neutrality, quest’ultima è sempre più minacciata da posizioni più ambigue. Da ultimo è stata la Commissione europea ad adottare un documento comprensivo che rifiuta di delineare una definizione di net neutrality nei suoi interventi normativi.
Eppure la questione della neutralità della Rete appare centrale per i futuri sviluppi del settore ICT: secondo un recente studio dei regolatori europei riuniti nel BEREC, anche i consumatori che non conoscono nel dettaglio i principi della net neutrality ritengono importanti le sue logiche di base e fanno scelte in base ad esse.
Nel dettaglio, dunque, Giacomelli presenterà le caratteristiche basilari della decisione FCC: il no blocking , che rende la Rete “accessibile a tutti nella sua interezza”; il no throttling , che “impedisce che “gatekeeper” non benevoli limitino il traffico tra specifici utenti e di specifiche applicazioni; il no (third party) paid prioritization che “consente esclusivamente al cittadino-utente (e lo impediscono ad un terzo) di pagare per modificare la priorità dei pacchetti a lui destinati”.
Queste condizioni e principi secondo il documento finale redatto dalla commissione “garantiscono che nella rete di ogni ISP, indipendentemente dalla sua dimensione e dal numero di utenti che serve, siano rispettati tutti i principi fondamentali della net neutrality”, sempre che si rispettino al contempo le regole antitrust in relazione alla distribuzione di app e ai servizi di indicizzazione, ad esempio sulle intese restrittive della concorrenza e abusi di posizioni dominanti, che sono “obiettivi da perseguire in parallelo allo sviluppo delle reti di nuova generazione”.
Claudio Tamburrino