Net neutrality USA, le nuove regole

Net neutrality USA, le nuove regole

La riclassificazione degli ISP americani è finalmente arrivata, con la FCC che ha messo al bando corsie proiritarie a pagamento, throttling e tutto quanto. Le conseguenze della decisione, le reazioni dei soggetti interessati
La riclassificazione degli ISP americani è finalmente arrivata, con la FCC che ha messo al bando corsie proiritarie a pagamento, throttling e tutto quanto. Le conseguenze della decisione, le reazioni dei soggetti interessati

Alla fine la Federal Communications Commission (FCC) ha votato la proposta del presidente Tom Wheeler di riclassificare i provider Internet come carrier telefonici tradizionali, i membri della commissione si sono comportati come era previsto e la riclassificazione è stata approvata a maggioranza con tre voti di democratici a favore e i due repubblicani contrari.

La dichiarazione ufficiale della FCC parla ora della fine dell’incertezza per il futuro della “Open Internet”, un futuro che verrà ora salvaguardato da una serie di regole chiare pensate per difendere il diritto alla libertà di espressione, gli interessi dei consumatori e quello dell’evoluzione tecnologica del mezzo di comunicazione telematico.

Gli ISP USA verranno quindi trattati come carrier da “Titolo II”, vale a dire come utility pubbliche e provider telefonici tradizionali, e dovranno dire addio ad alcune delle pratiche che più hanno fatto discutere in questi anni: la riclassificazione di FCC mette al bando il blocco clandestino dell’accesso a contenuti legali, il throttling della banda delle connessioni per l’accesso ai suddetti contenuti e le forniture a pagamento ai servizi di rete consumer di corsie di accesso preferenziali a risorse di connettività più ampie.

Prevedibilmente la mossa di FCC avrà effetti significativi su Internet, i servizi telematici e tutte le aziende che operano in questo mercato, garantendo ad esempio agli utenti la possibilità di denunciare gli ISP nel caso in cui venisse loro fornito un accesso alla rete “ingiusto” e al di sotto degli standard minimi stabiliti dalla stessa commissione di Capitol Hill, oppure permettendo alle aziende più interessate all’innovazione tecnologica come Google di estendere la fornitura di nuovi servizi di connettività come la banda ultra-larga in fibra ottica.

La riclassificazione degli ISP viene oggi salutata in Rete come una vittoria su tutta la linea, una vittoria che tra l’altro non elimina tutti i pericoli che ancora minacciano la Open Internet e che non chiude, anzi, alimenta la discussione sui nuovi modelli di business telematici e il ruolo che le autorità federali americane dovrebbero avere a tale riguardo.

La vittoria conclamata della net neutrality ha potuto contare su un attivismo basato su Internet senza precedenti e in questo caso, diversamente dall’Obamacare, l’intervento diretto del presidente USA Barack Obama ha giovato all’esposizione pubblica della causa. Non a caso Obama festeggia la riclassificazione ringraziando i 4 milioni di persone che hanno scritto alla FCC facendo conoscere il loro parere in merito.

Diametralmente opposte, come prevedibile, le reazioni dei due grandi partiti politici americani: i democratici parlano di “enorme vittoria” e del risultato di un lavoro di anni, mentre i repubblicani con John McCain dicono che Internet dovrebbe essere gratuita e libera ma “non regolata dai burocrati federali”. E preparano la rivincita al Congresso , dove hanno la maggioranza in entrambe le camere.

Le organizzazioni che si battono a favore dei diritti digitali come EFF , Public Knowledge e ACLU hanno accolto con favore, o persino entusiasmo la decisione di FCC, le aziende e le rispettive organizzazioni nate grazie alla Open Internet come Mozilla e The Internet Association sono altrettanto soddisfatte e Netflix parla esplicitamente di una vittoria per i consumatori e una sconfitta per gli Internet provider. Le major hollywoodiane (MPAA), per il momento, non si pronunciano e attendono di vedere gli effetti concreti della riclassificazione sui contenuti.

La decisione di FCC è andata ovviamente di traverso ai suddetti provider: CTIA (The Wireless Association) parla di una decisione “deludente e non necessaria” nel mettere sullo stesso piano connessioni mobile e fisse; Consumer Electronics Association (CEA) descrive l’intervento federale come una direzione sbagliata ; l’organizzazione delle aziende del cavo (NCTA) definisce l’operazione “uno degli interventi più regolatori della storia” della FCC.

Di delusione per l’enforcement di regole che risalgono al 1934 parla Comcast , di interventi governativi che fanno male alla democrazia ciancia AT&T e nell’arte del trolling si esercita Verizon : il carrier ha rilasciato il proprio comunicato in codice Morse per sottolineare quanto antiquate siano, a detta della corporation, le regole che FCC ha voluto imporre su un mercato ultra-moderno come quello della connettività telematica.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 feb 2015
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