Sul mercato dei netbook sta per fare il suo ingresso Dot di Packard Bell , un nuovo rivale dell’Eee PC dotato di schermo da 8,9 pollici con risoluzione di 1024 x 600 punti. Dot deriva dall’Aspire One di Acer , e ciò non deve stupire: da alcuni mesi a questa parte, infatti, Packard Bell fa parte del celebre gruppo taiwanese.
Il mini portatile di Packard Bell sbarcherà in Europa al prezzo di 399 euro , e offrirà agli amanti dei portatilini un processore Atom N270, 1 GB di memoria RAM DDR2 e un hard disk da 160 GB. Non mancheranno poi WiFi 802.11b/g, interfaccia Ethernet, tre porte USB, lettore di memory card SD/MMC, webcam e jack per audio e microfono. La batteria, di capacità non specificata, sarà un modello a 6 celle.
Lo chassis del Dot è altrettanto ampio di quello che caratterizza gli Eee PC di ultima generazione, e questo gli permette di accogliere una tastiera e un touchpad di generose dimensioni: soprattutto quest’ultimo, è tra i più larghi mai visti su questa categoria di portatili.
Con una scelta sempre più gettonata tra i nuovi produttori di netbook, anche Packard Bell ha deciso di vendere il proprio Dot esclusivamente con Windows XP . L’estromissione di Linux dai netbook sembra ormai diventato un vero e proprio trend: c’è chi lo giustifica con il fatto che, tra Windows e Linux, i consumatori continuano a preferire in massa il primo , e questo anche nel caso in cui debbano sborsare qualche euro in più o rinunciare, come nel caso dell’ Eee PC 904HD , a un 1 GB di RAM.
Tra i componenti opzionali di Dot c’è anche un modem 3G/HSDPA integrato : questo lascia supporre che Packard Bell, come ha fatto prima di lei Asus, stringerà accordi con uno o più operatori di telefonia mobile per vendere il proprio portatilino in bundle con un abbonamento dati alla rete cellulare.
“Abbiamo osservato il mercato dei netbook fin dalla sua nascita, ma fino ad oggi abbiamo sempre considerato questi sistemi troppo austeri e troppo orientati al business per i consumatori”, ha affermato Emmanuel Fromont, dirigente di Packard Bell. “Così abbiamo chiesto ai nostri designer e ingegneri di ripensare il netbook, e di guardarlo attraverso gli occhi di una famiglia, non di un’azienda. Il risultato è Dot”.