Sono uno dei settori più in crescita del mercato dell’IT, eppure i netbook continuano a rappresentare una sorta di grande incognita per chi li acquista: una “sorpresa” per nulla positiva che dimostra di avere pesanti e inaspettati limiti una volta tirata fuori dalla luccicante confezione piena di scritte e marchi . Lo sostiene la società di analisi NDP Group , che dai dati raccolti su un campione di 600 consumatori adulti in possesso di un netbook ha ricavato cifre e considerazioni che fanno discutere ed evocano potenziali problemi commerciali per il “fenomeno” netbook sul medio periodo.
Nello studio Netbooks II: A Closer Look , NPD sostiene che il 60 per cento degli utenti di netbook ha sostanzialmente sbagliato acquisto , credendo che netbook e notebook fossero in pratica la stessa cosa e avessero la stessa funzionalità. Tratti in inganno dalla possibilità ipotetica di avere un PC completo a un prezzo a dir poco interessante, gli acquirenti finiscono per ritrovarsi con qualcosa di insoddisfacente (il 62 per cento degli intervistati) rispetto alle aspettative. Al contrario, il 70 per cento di chi acquista un netbook sapendo sin dall’inizio che si tratta di una cosa diversa da un notebook dice di essere soddisfatto della spesa.
NPD ha poi chiesto al gruppo campione preso in esame di indicare, tra la “portabilità” e il prezzo, quale fattore fosse più importante nella scelta di un netbook; nel 59 per cento dei casi la riposta è stata portabilità, ma il bello è che nonostante questo sul totale degli acquirenti il 60 per cento ha ammesso di non utilizzare mai il proprio netbook fuori dalle mura domestiche .
Gli utenti non solo sono confusi sul cosa aspettarsi dal prodotto acquistato, suggerisce NPD, ma sembrano adattare i piccoli PC sub-performanti commercializzati come netbook a un utilizzo che non gli sarebbe proprio, visto che i netbook nascono in prima istanza come sistema accessorio da utilizzare quando non è possibile servirsi di quello principale, sia esso notebook o desktop.
Stephen Baker, vicepresidente delle analisi industriali di NPD, rimarca la necessità di “assicurarsi che i consumatori acquistino un PC pensato per le loro specifiche esigenze”, aggiungendo che “rivenditori e produttori non possono enfatizzare le capacità simil-PC e le caratteristiche generali in grado di convincere i consumatori che i netbook sostituiscono i notebook”. Al contrario, “le aziende dovrebbero commercializzarli sottolineandone la mobilità, la portabilità e la necessità di un PC aggiuntivo, per assicurarsi che i consumatori sappiano quello che comprano e siano più soddisfatti dei loro acquisti”.
Le analisi e le cifre di NPD fanno discutere e c’è chi ne parla come di una fotografia errata , incompleta sulla realtà di mercato e utenza, dove per “portabilità” si potrebbe anche intendere la comodità domestica di portarsi dietro un simil-PC nel soggiorno come in cucina o in bagno, e la percentuale di soddisfazione nell’utilizzo andrebbe comparata con quella di altri dispositivi appartenenti a settori attigui (come smartphone e notebook).
A scanso di equivoci, a ogni modo, allo studio di NPD seguono anche i consigli su come risolvere la questione del posizionamento di mercato dei netbook , un dispositivo che se ha un futuro davanti a se dovrà necessariamente evolversi e perfezionarsi nell’offerta, magari abbandonare ogni velleità di far girare Windows per accogliere a braccia aperte GoogleAndroid e anche un bello schermo multi-touch che già va per la maggiore sugli smartphone evoluti.
E intanto che decidono cosa fare dei netbook, i produttori continuano ad annunciare la distribuzione nuovi prodotti . Intel e Nokia, ad esempio, non hanno fatto in tempo ad annunciare un’ importante partnership tecnologico-commerciale che già la seconda ha ordinato un certo quantitativo di macchine ai produttori OEM Compal e Quanta , responsabili della stragrande maggioranza dei netbook attualmente presenti sul mercato.
Alfonso Maruccia