Roma – Nuovi inquietanti e vagamente disgustosi particolari sulla diffusione di batteri sulle scrivanie di mezzo mondo arrivano dalla Corea del Sud, dove il Dipartimento per la tutela dei Consumatori ha portato a termine un’indagine che mette sotto accusa i mouse in modo specifico.
Secondo le ricerche, tra gli oggetti a disposizione del pubblico, i mouse degli internet café risultano tra quelli potenzialmente più nocivi non tanto per la quantità di batteri che vi si trovano sopra quanto per la varietà delle colonie di riproduzione dei batteri stessi, denominate “unità di formazione delle colonie” (CFU). Spesso e volentieri infatti si tratta di batteri capaci attaccare l’organismo umano.
Si pensi che sulle maniglie di un bagno pubblico i ricercatori hanno individuato una media di 340 CFU per centimetro quadrato: sui mouse nei luoghi pubblici questo numero medio sale a quota 690 . A far peggio sono soltanto le maniglie dei carrelli dei supermercati.
Gli esperti del Dipartimento hanno spiegato che l’unico modo per far fronte ai batteri è lavarsi le mani , lavarle ad esempio prima di usare quei mouse e lavarle senz’altro dopo averli usati: è sufficiente questo a mettere fuori combattimento buona parte dei microrganismi più pericolosi. A quanto pare in Corea, stando alle rilevazioni, sebbene il 77 per cento sia consapevole dell’importanza del lavarsi le mani, solo il 47,9 per cento effettivamente ricorre a questo semplice gesto quando è necessario.
Non è detto evidentemente che in altri paesi, come l’Italia, queste percentuali siano le stesse. E va ricordato che ci sono netcafé i cui gestori tengono all’igiene e provvedono a far pulire quotidianamente gli oggetti toccati dai propri clienti.
Per le sue misurazioni, il Dipartimento dei consumatori coreani ha analizzato alcune decine di mouse in luoghi pubblici e netcafé, proprio come ha fatto con 120 altri oggetti.
Questi dati, comunque, non sorprendono: già alcune ricerche americane avevano additato le postazioni informatiche come covo di batteri persino peggiore dei bagni pubblici, dati emersi anche in precedenti studi secondo cui non tanto il mouse quanto la tastiera è il vero pericolo per l’utente informatico …