“State assistendo alla nascita di una nuova rete televisiva globale”: così il CEO di Netflix Reed Hastings, dal palco del CES di Las Vegas, ha annunciato l’espansione del servizio di streaming in oltre 130 paesi del mondo, a raggiungere un totale di 190 stati, tra cui la popolosissima India, la Russia, la Corea del Sud.
Fino a questo momento erano 60 i paesi del mondo raggiunti dai servizi della piattaforma di streaming, con la platea italiana connessa dal mese di ottobre , 17 le lingue con cui si rivolgeva ai propri utenti: arabo, coreano, cinese tradizionale e semplificato sono state aggiunte al novero degli idiomi. La lingua cinese non è stata abbracciata a vantaggio dei cittadini che risiedono nel paese asiatico: la Cina è un mercato potenzialmente vastissimo, ma Netflix sta ancora studiando la soluzione migliore per insediarsi oltre la Grande Muraglia e ottenere l’autorizzazione di Pechino. Crimea, Corea del Nord e Siria sono altri tre paesi che rimarranno tagliati fuori dal servizio, soggetti a sanzioni che impediscono alle aziende statunitensi di operare.
Il mercato ha subito reagito con entusiasmo : gli investimenti profusi nella produzione di contenuti e nel dispiegamento di una strategia internazionale potrebbero pagare, con il vantaggio che l’azienda può guadagnare agendo a livello globale e confrontandosi con contendenti che offrono i loro servizi in maniera frammentaria.
“Da oggi in poi, ascolteremo e impareremo, aggiungendo progressivamente più lingue, più contenuti e più soluzioni per intrattenersi con Netflix” ha spiegato il CEO: promette di disseminare “in tutto il mondo storie provenienti da tutto il mondo”, ma il servizio, benché ormai proiettato su scala globale, non sarà universale. Ogni mercato ha le proprie specificità in termini di gradimento per i contenuti e in termini di capacità infrastrutturali , ma anche il proprio sistema di distribuzione , con i suoi vincoli e i suoi accordi commerciali. Se c’è chi suggerisce che i servizi di VPN potranno permettere di godere appieno del catalogo di Netflix, la piattaforma potrebbe rivelarsi pronta a implementare meccanismi e tecnologie di geoblocking sempre più sofisticati, di fatto supportati anche dalle autorità.
Gaia Bottà