Netflix allarga il suo raggio d’azione ad altri sei paesi europei, ma gli italiani dovranno ancora pazientare. Prima della fine dell’anno il servizio per la visione in streaming on-demand di film e serie TV su televisori, smartphone, tablet e computer arriverà in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Lussemburgo e Belgio. Quanto all’Italia, Joris Evers, responsabile comunicazione di Netflix Europa, si è limitato al “non ci sono notizie in merito per ora”.
Non una sorpresa, considerata la particolare situazione nostrana, che a differenza della Germania, ad esempio, non eccelle per l’infrastruttura digitale (il tedesco è il quarto mercato al mondo per la banda larga), senza trascurare poi i limiti di Netflix, ancorato a contenuti distribuiti con licenza SVOD (oltre a quelli auto-prodotti) che nel caso italiano si traducono in poche migliaia di titoli. La seconda ondata dell’espansione europea porta a tredici il numero dei paesi coperti nel Vecchio Continente (già presente in Regno Unito, Irlanda, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia), dove il comparto audiovisivo sta annaspando per cercare di combattere la pericolosa minaccia in arrivo dalla California. Se con oltre 35 milioni di utenti gli Usa restano di gran lunga il mercato di riferimento (201 milioni di dollari il fatturato del trimestre chiuso a marzo), Netflix inizia a prosperare anche negli altri mercati.
In Canada sono bastati due anni per rientrare delle spese e andare in attivo (almeno stando alle dichiarazioni dell’azienda, che però non ha rilasciato informazioni sugli altri paesi extra Usa). Tornando all’Europa, poi, i Paesi Bassi è il paese che sta regalando le maggiori e più rapide gioie (circa 500mila clienti secondo gli analisti di Kepler Cheuvreux), ma soprattutto fornisce fiducia per affrontare i singoli mercati europei, regolamentati ognuno con proprie norme.
Per penetrare nei salotti Netflix ha fatto leva su contenuti e costi, con gli abbonamenti mensili da 7,99 dollari che hanno rivoluzionato il panorama tv statunitense. Gli operatori europei vogliono evitare una debacle, così varie società via cavo e di servizi video on-demand hanno tagliato le proprie tariffe adeguandosi all’ultimo arrivato. Analizzando i singoli paesi, poi, Netflix dovrà superare diverse resistenze : se i tedeschi non amano sborsare quattrini per vedere gli show in TV e nemmeno guardare spettacoli in lingua originale (e quindi doppiarli richiederebbe altri esborsi), in Francia troverà Canalplay di Vivendi che detiene i diritti della seconda stagione di House of Cards, la serie realizzata proprio da Netflix.
C’è grande attesa, da parte degli utenti e dei concorrenti, per capire quali saranno le prossime mosse dei californiani che, con il lieve aumento della tariffa base di abbonamento (da 7,99 a 8,99 dollari) e l’avvertimento agli azionisti sulle future perdite di bilanci dovute al lancio nei mercati internazionali, manda segnali precisi circa i piani futuri: dopo gli Usa, Netflix vuole conquistare anche l’Europa.
Alessio Caprodossi