Fidelizzata la user base a colpi di esclusive e nuovi format, conquistata la critica con nomination ai BAFTA e ai Golden Globe, ora Netflix alza il tiro. Oggi l’annuncio, un po’ a sorpresa, dell’aumento nel prezzo degli abbonamenti. È il primo ritocco verso l’alto dall’ottobre 2017.
Al momento riguarda solo gli Stati Uniti e alcuni paesi dell’America Latina, applicandosi soltanto ai nuovi iscritti, mentre gli utenti che hanno già un account attivo dovranno far fronte a una spesa maggiore entro i prossimi tre mesi. Non fatichiamo a immaginare che la stessa decisione possa estendersi a breve anche agli altri territori, Italia compresa.
Netflix, l’abbonamento costerà di più
Nessun abbonamento a metà prezzo come ipotizzato da alcuni rumor nei mesi scorsi, ma un incremento nell’esborso economico per i piani già disponibili. Quello Base passa da 7,99 a 8,99 dollari (da noi oggi costa 7,99 euro), lo Standard da 10,99 a 12,99 dollari (10,99 euro) e il Premium che tra le altre cose permette l’accesso al 4K va da 13,99 a 15,99 dollari (13,99 euro). Un rincaro che oscilla fra il 13% e il 18%, il più importante da quando la piattaforma ha avviato la propria attività di streaming ormai oltre un decennio fa.
Mentre fra gli iscritti serpeggia un legittimo e comprensibile malcontento, il mercato azionario ha accolto la notizia in modo più che positivo, spingendo in poche ore il titolo a un repentino +6%. Questo il breve comunicato affidato da un portavoce della società alle pagine del sito CNBC.
Cambiamo i nostri prezzi, di tanto in tanto, per continuare a investire in ottimo intrattenimento e migliorare l’esperienza generale offerta da Netflix.
Netflix fa cassa, dunque, al fine di sostenere un business che si basa sempre più su investimenti finalizzati alla produzione di show e contenuti originali, vero e proprio valore aggiunto del servizio che fin qui gli è valsa la leadership nel settore. Ad oggi il numero complessivo degli abbonati a livello globale supera i 137 milioni (fonte Statista), 58 milioni dei quali residenti negli Stati Uniti e 79 milioni nel resto del mondo. Un volume incrementato del 10,7% nel corso dell’ultimo anno.
Prime Video, la piattaforma Disney e gli altri
Una leadership che rischia però di essere messa in discussione da una concorrenza che di certo non sta a guardare. È di ieri la notizia del lancio di IMDb Freedive, nuovo servizio a marchio Amazon che va ad affiancarsi al già ben noto Prime Video consentendo l’accesso allo streaming senza obbligare l’utente ad alcuna spesa, ma basandosi sugli introiti generati dall’advertising. Una sorta di Spotify free, insomma, ma per film ed episodi delle serie TV.
C’è poi Disney+ che debutterà entro l’anno, ponendosi come serio competitor soprattutto per quanto riguarda l’intrattenimento destinato ai più piccoli (ma non solo). Vi si aggiungano i progetti nello stesso territorio di Apple, Hulu, HBO, NBCUniversal (ComCast) e degli altri player per avere il quadro completo.